Attualmente è doveroso interrogarsi in maniera approfondita sulle attuali sfide dei giovani sul mondo del lavoro, soffermandosi sulle peculiarità della società italiana.

Giovani, precari, con stipendi ridicoli, inseriti in progetti congelati, capaci di accettare lavori non in linea con i propri studi, sottopagati, impegnati in stage a tempo pieno e non retribuiti, tirocini formativi privi di formazione, contratti occasionali, voucher irrisori, contratti interinali, così che molti giovani nella ricerca della stabilità.

Pur di dare un senso alla propria vita molti decidono di abbandonare l’Italia per trovare possibilità e opportunità altrove, perché in questo momento nel nostro paese per poter accedere nel mondo del lavoro è davvero difficoltoso e del tutto impenetrabile.

Il senso di precarietà è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni soprattutto in seguito alla pandemia che alimentato grandi preoccupazioni sul piano lavorativo e non solo. Molte indagini condotte sull’universo giovanile, dimostrano una fascia sociale più colpita dalla difficoltà occupazionale.

Parte di loro rinunciano a studiare o trovare lavoro, un totale oblio dovuto ad una mancanza di attendibilità ne reali opportunità, disorientati sfiduciati da ciò che possono riservare loro la scuola e l’università, difficoltà rappresentata dal dover decidere cosa fare per il proprio futuro.

Vivere e affrontare le sfide della vita con sfiducia, privi di energie, spaventati dal crescere, proprio perché avvertono intorno al loro incertezze, fragilità e insicurezze su tutti i versanti. Più di altre generazioni passate, i giovani di oggi avvertono una mancanza di guida e senza la certezza che impegnandosi si può davvero raggiungere un traguardo e il raggiungimento dell’autonomia finanziaria. Si ritrovano soli, impotenti, demotivati e senza strumenti per affrontare l’avvenire sempre più privato di progetti e prospettive, caratterizzato dall’elevata precarietà, scarsità di remunerazione e dal profilarsi di nuove paure.

Una situazione allarmante dovuta da vari fattori in primis la recessione e la turbolenza economica nonché lo scadimento delle opportunità occupazionali, erodendo così il precario futuro delle nuove generazioni, così che l’incertezza del contesto istituzionale ed economico italiano è estremamente connessa alla mancanza di autonomia e alla difficoltà di prospettare modi e strategie efficaci per acquisirla.

La disillusione dei giovani   verso la società italiana e lo scoraggiamento verso il mondo del lavoro, è avvertito   sempre più come complesso e problematico non aperto a sufficienza alle esigenze   giovanili.

Dimenticati da una politica superficiale o cieca di fronte ai bisogni ed esigenze, giovanili, sfiduciati dalla politica stessa non avvertono meccanismi utili ed efficaci per cambiare rotta. Negare il futuro ai giovani significa negare il futuro alla società stessa, ad una totale decadenza, e nichilismo di un’intera generazione.   In relazione a quest’aspetto urge portare avanti politiche a favore delle classi giovanili per il mondo lavorativo tramite vere e proprie metodologie e pratiche atte ad inserirli direttamente in ambiti lavorativi stabili.

Occorre cambiare verso una direzione che viaggi in linea di sicurezza e stabilità concreta, iniziando a dare uno sguardo più approfondito all’universo giovanile, perché nessuna crescita è possibile senza un modello di rappresentanza adeguata mediante un cambiamento che attraversi con urgenza tutti i settori della nostra economia, offrendo loro fiducia, speranza e autostima per renderli protagonisti, rimasti per troppo tempo in balia di una cattiva precarietà.

 

Di Mambro Dolores                                                                                                                                                                                          Docente e Pedagogista