Le festività passate a sorseggiare aperitivi in spiaggia avevano illuso quanti pensavano che l’inverno si fosse dimenticato della capitale. Forti delle tesi esageratamente catastrofistiche sul cambio del clima terrestre, molti pensavano ormai a Roma come una località di fascia sub tropicale.

 

Smentendo anche i più accesi allarmisti invece, i rigori delle stagione fredda si sono abbattuti come una scure sulla capitale. Da settimane il termometro registra minime che danzano intorno allo zero e probabilmente, per il prossimo mese lo scenario climatico non vedrà grosse modifiche.  

 

È il tempo di riscoprire lo scorrere del tempo tra le mura casalinghe dedicandosi a tutte quelle cose che non si ha mai tempo di fare. Compresa quella dimensione introspettiva che presi dalla routine schiacciasassi che ci corre dietro non abbiamo mai modo di frequentare, almeno quel tanto da permetterci di apprezzare meglio le nostre cose.

 

Accendendo la TV, Il contrasto tra il calore dell’ambiente casalingo e il freddo di fuori delle finestre rende ancora più evidente tragedie come la guerra, dove solo stare al caldo e riparati sembra la fortuna più grande del mondo. Retorica spicciola certo, ma forse è proprio di un po’ di questa che gran parte delle persone scontente e insoddisfatte che si incontrano ogni giorno celate dietro una maschera di tristezza avrebbero bisogno.

 

Non è certo un inno a costruire la propria serenità sulle disgrazie altrui, semmai un invito a considerare meglio quello che si ha, dare un valore diverso alle cose e spingersi in avanti sfruttando le proprie favorevoli condizioni di vita di cui molti non possono purtroppo fruire.

 

In questa che a tutti gli effetti è la stagione del letargo, sembrano cadute in un sonno profondo anche le accese polemiche politiche che animano il nostro paese pressoché sempre. Se non sono proprio sparite sono quantomeno ridotte al minimo, visto che il governo per il momento gode della fiducia popolare come rivela ogni tipo di sondaggio sull’argomento. 

 

Anche perché dall’altra sono impegnati nella grande riorganizzazione. Dopo un tempo che sembra infinito per chi ha preso una batosta elettorale, il congresso del PD è alle porte. In questo lungo tempo regalato alla coalizione di destra, all’interno del PD si sono consumate battaglie tra correnti e vecchi politici, che nell’ombra vorrebbero ancora marcare il territorio mettendo le mani su un partito che tenta di rinascere dalle proprie ceneri.

 

I candidati finali al trono di nuovo segretario del partito sono Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romanga e Elly Schlein, deputata ed ex braccio destro in regione proprio del suo rivale di oggi. Forse l’elezione più importante per gli eredi del partito comunista, che nell’arco dei decenni tra le innumerevoli trasformazioni ha smarrito la sua anima ed i suoi contenuti, al punto di non sapere più nemmeno qual è il suo target di riferimento. 

 

Il prossimo Segretario pertanto sarà impegnato a guidare la rinascita di un partito oggi al suo minimo storico, ristabilendo valori e tarandosi su un elettorato oggi diverso dal passato. Anche qui assumendo per buoni i sondaggi, sembrerebbe che tra i due non ci sia partita in favore di Bonaccini.

 

La Schlein con cittadinanza italiana, svizzera e americana, figlia di un accademico statunitense e di una docente universitaria, nipote dell’avvocato antifascista Agostino Viviani, che fu senatore del Partito Socialista Italiano e presidente della Commissione Giustizia del Senato, sembra  incarnare l’anima radical chic che ha snaturato il partito portandolo lontano da se stesso e senza più una rotta definita da seguire.

È così che l’elettorato la percepisce grazie anche ai suoi programmi elettorali infarciti di ambientalismo, diritti lgbt, immigrazione ed altri temi che seppur interessanti non possono costituire la spina dorsale per un elettore poco radical chic ma più attento ai temi e ai problemi del quotidiano.

 

Intanto nell’ombra si preparano le Elezioni Regionali in programma a metà mese, ma per il quale la campagna elettorale si è svolta un po’ in sordina senza grossi squilli di tromba. La sinistra sembra così impegnata nella sua ricostruzione da aver lasciato il campo aperto anche su questo fronte, ma nulla è scontato.

 

La destra si affida a Francesco Rocca, che non è l’ex terzino “Kawasaki” nel cuore di tutti i tifosi Romanisti, ma l’ex Presidente della Croce Rossa, mentre per la sinistra sarà Alessio D’Amato assessore alla Sanità a tentare la successione a Zingaretti. A due settimane dal voto la distanza tra i due candidati secondo diversi sondaggi rimane ampia, intorno agli otto punti.

 

In attesa degli esiti del voto tra le tante proposte culturali sicuramente di grande interesse la mostra "Pasolini pittore", che la Galleria d'Arte Moderna dedica a questo inedito lato dell’espressione artistica di Pier Paolo Pasolini a 100 anni dalla sua nascita.