NEL NOME DEL POLITICAMENTE CORRETTO,

VERRÀ CENSURATA ANCHE LA VERONESISSIMA “TORTA RUSSA”?

 

Torta russa di Verona

 

Verona – Mentre sta montando sempre più una fobia antirussa in qualsiasi settore (che, per assurdo ma non troppo, potrebbe arrivare a censurare espressioni “blasfeme” come “insalata russa”, “montagne russe”, “roulette russa” ecc.) a causa dell’aggressione di Mosca a Kyïv, i pasticceri scaligeri si stanno preoccupando per il coinvolgimento ed il conseguente boicottaggio, prima o poi, perfino della celebrata e golosa “torta russa di Verona”, dolce-souvenir particolarmente apprezzato dai turisti della Città di Giulietta.

Composto da un croccante esterno di pasta sfoglia e da un morbido e profumato ripieno di mandorle ed amaretti, la specialità ha il nome che deriverebbe dalla sua particolare forma tondeggiante di richiamo al noto colbacco, copricapo russo (ušanka), armeno ed afghano, con rivestimento di pelliccia. Un’ipotesi l’assocerebbe ad un pasticcere veronese imbarcato su navi da crociera e che, nel porto di Odessa o dintorni, dedicò il prodotto dolciario ad una bella russa dagli immancabili occhi azzurri (golubyye glaza) di cui s’era innamorato e che sperava di conquistare. Non si conosce l’esito sentimentale della creazione pasticcera ma, di certo, costituì il prototipo d’una leccornia apprezzata ancora oggi.

Non dispendiosa e dalla facile preparazione, la “torta russa di Verona”, grazie al gusto deciso ed originale, figura tra i dolci tradizionali più diffusi nelle pasticcerie e più preparati nelle case di città e provincia.

Prima che i talebani russofobi, per assurdo, la nascondano, ecco la ricetta. Ingredienti: 1 pasta sfoglia rotonda, 3 uova medie, 100 g di zucchero di canna, 150 g di farina 00, 100 g di amaretti, 100 g di farina di mandorle, 7 g di lievito per dolci, 100 g di burro morbido a temperatura ambiente, 1 cucchiaio di liquore amaretto, 1 scorza di limone, sale q. b. In parziale integrazione od alternativa, 1 pasta sfoglia fresca da 230 g (rotonda), 150 g di zucchero semolato, 1 fiala d’aroma di rum (od un po’ di rum), mezza fiala d’aroma di mandorla, 50 g di mandorle sbucciate, 50 g di farina 00 (o 200 g di farina 00 per dolci), 50 g di amido di frumento/mais, 8 g di lievito vanigliato.

Preparazione generica: far ammorbidire il burro; polverizzare amaretti e mandorle; setacciare l’amido di mais, la farina ed il lievito; unire questi ultimi al tritume di mandorle ed amaretti; stendere la pasta sfoglia con un mattarello e bucherellarne la superficie con i rebbi d’una forchetta; rivestire con la carta forno una tortiera di media misura (del diametro di circa 20 cm) e adagiarvi la pasta, tenendo i bordi abbastanza alti; rompere le uova separando i tuorli dagli albumi; con mezza quantità di zucchero lavorare il burro e con l’altra i tuorli; unire i due composti e mescolare bene; aggiungere un pizzico di sale, le fiale d’aroma al rum ed alla mandorla; aggiungere le mandorle e gli amaretti tritati, la farina, l’amido e il lievito; mescolare fino a rendere omogeneo l’impasto; unire con delicatezza gli albumi montati a neve, muovendo la spatola dal basso verso l’alto; versare il composto nella tortiera con la pasta sfoglia; livellare a piacere e piegare i bordi della pasta sfoglia verso l’interno.

Infine, infornare e cuocere per 50/60 minuti in forno preriscaldato a 180 gradi, quindi spegnere quest’ultimo e lasciarvi dentro la torta ancora per una ventina di minuti; servire a temperatura ambiente, ornando il dolce con una leggera spolverata di zucchero a velo.

La sua degustazione ideale? Con un buon bicchiere di vino Recioto Bianco di Soave…

 

Claudio Beccalossi