L´imbarazzante scena del presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Charles Michel nell’incontro con Recep Tayyip Erdoğan la dice lunga, ma forse non la dice tutta.

L’aberrazione diplomatica consisterebbe nel fatto che La Von der Leyen, come oramai a tutti noto, sia stata relegata a qualche metro di distanza dalle poltrone su cui si sono accomodati Erdoğan, padrone di casa, e Charles Michel.

Erdoğan, secondo la versione di alcuni commentatori politici, avrebbe voluto dare uno smacco all’Europa, trattando le più alte autorità che la rappresentano nel modo più antiprotocollare possibile e immaginabile.

Il teatrino si suppone sia stato preparato dal sultano di Ankara per affermare due principi: il primo, io sono il più forte e faccio e disfaccio il protocollo; il secondo, l’Europa è debole e deve venire a Canossa ossequiando usi e costumi islamici. Certo che se la supposizione fosse giusta, nel caso in questione, la debolezza di Bruxelles avrebbe offerto il peggio di sé attraverso le sue più alte autorità.

D’altro canto Erdoğan, oramai da tempo, ha trovato il modo di ottenere facili guadagni dall’Europa tenendola in scacco a causa dei migranti. In sostanza egli fa le veci di una compagnia assicuratrice sui generis: incassa un premio (e che premio) di miliardi di euro ogni anno per garantire protezione dall’immigrazione selvaggia. È il risultato della controversa politica buonista, quella che ostenta falsa bontà nei confronti dei migranti e nel contempo paga il dazio per tenerli il più lontano possibile.

Ordunque, se le cose stessero realmente in questi termini, male avrebbero agito Michel e Von der Leyen: togliere il disturbo e annullare l’incontro sarebbe stata la reazione più appropriata per salvare le loro facce e quella dell’Europa, ma c’è una seconda interpretazione che deriva da quanto non apparso a prima vista.

Va infatti rilevato come Charles Michel non si sia minimamente scomposto nel notare la Von der Leyen relegata a quattro metri di distanza da lui, di fronte al ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu che, secondo il protocollo diplomatico, ha uno status inferiore. E sotto questo aspetto lo stesso Michel, per gerarchia viene dopo il presidente della Commissione europea, per cui accanto al Sultano avrebbe dovuto esserci la Von der Leyen e non altri.

Inoltre, osservando al rallentatore il video integrale dell’incontro, appare la sorprendente dinamica degli eventi. Michel ha riferito alla stampa: “ho visto lo sgarbo ma ho deciso di soprassedere per concentrarmi sulla sostanza dell’incontro”, ma in realtà, entrando nella sala dei ricevimenti diplomatici, egli effettua a guisa di un provetto cestista (playmaker) uno slalom spostandosi dalla destra alla sinistra di Erdoğan, superando la Von der Leyen e appropriandosi dell’unica poltrona a lato del Sultano.

E allora? Sembra più che altro una guerra interna ai vertici dell’UE per stabilire chi tra presidente del Consiglio e presidente della Commissione sia maggiormente titolato a rappresentare l’Europa erga omnes.

Se così fosse, da una parte sia assolto Erdoğan, che - tra l’altro - assicura di aver concordato il cerimoniale preventivamente e dall’altra che a Bruxelles si diano una mossa perché in Europa ci stiamo pure noi e di figuracce ne facciamo molto volentieri a meno.

di Redazione