Anche il clima mite di Roma a Gennaio ha scoperto brevemente il fianco al freddo, che si spera non si protragga oltre il mese prossimo. Comunque nessun picco tale da creare problemi di sorta. Il gelo più grande è certamente quello nei cuori delle persone, che vedono allungarsi i tempi della privazione di una vita sociale costretti come topi in una routine giornaliera e ripetitiva.

Un infinito che ha cancellato ogni velleità di svago, divertimento e tutte quelle cose che fanno da condimento ad una normale vita di relazione. La città all’imbrunire della sera, quando il sole manda gli ultimi bagliori e qua e la si accendono le prime luci nelle case, appare più simile ad una triste e remota città dell’est Europa che alla capitale di un paese mediterraneo come l’Italia.

Manca solo una triste musica di organetto o fisarmonica a far da colonna sonora ad un’immagine decadente. Le serrande chiuse e le insegne dei negozi tristemente spente disegnano una tetra coreografia, punteggiata qua e la da sparute presenze umane che si muovono rapidamente per soddisfare le loro esigenze primarie presso supermercati e servizi, sempre rigorosamente in fila per entrare.

Soltanto per le vie del centro c’è un po’ più di movimento, ma che non riesce a far respirare uno stato d’animo migliore. È in arrivo il carnevale dopo un anno esatto che andiamo in giro tristemente mascherati senza la possibilità nemmeno di sorriderci se non con gli occhi. Le festicciole dei bambini in costume che nei parchi lanciano coriandoli ai passanti, quest’anno sembreranno soltanto una triste allegoria.

Lo Smart Working, le limitazioni e la mancanza di evasione, mettono a dura prova le relazioni umane tra le mura domestiche. Coppie, genitori – figli, amici, amanti, sono privati dei loro meccanismi di equilibrio e di evasione, costruiti negli anni e cancellati improvvisamente con un colpo di spugna.

Sebbene molti trascorrono il loro tempo tra letture e ascolto di musica, altri si improvvisino panificatori o approfondiscano le loro tecniche di cucina, la televisione rimane comunque il mezzo più utilizzato per trascorrere il tempo. La salvezza per chi li ha sono i canali a pagamento, perché la televisione pubblica non fa altro che trasmettere contenuti capaci di decerebrare l’audience, oppure prostrarla aumentandone i livelli di ansia.

Imperversano talk show condotti da botulate presentatrici a cui il caso e la fortuna hanno regalato uno spazio in tv, che conducono gli italiani tra le pieghe del pettegolezzo più basso non risparmiando niente e nessuno e, non fermandosi nemmeno quando la pietà umana ed il rispetto dovrebbero essere imposte dalle situazioni di alcuni fatti di cronaca.

Omicidi e brutte tragedie familiari vengono date in pasto senza remore accanendosi in ipotesi di qualsiasi tipo, tanto per provocare un sussulto emotivo tra gli spettatori storditi e partecipi di tanta mediocre morbosità, distribuita gratuitamente a fini commerciali per promuovere un detersivo o una scatola di pelati.

Non serve nemmeno cambiare canale perché l’altro grande filone di contenuti propinati è quello della politica. Ormai un triste spettacolino animato da personaggi, talmente piccoli ed inconsistenti da non suscitare più nemmeno l’indignazione della gente.

Ad un tratto il Covid sembra non essere più l’argomento del giorno. Ore e ore di comunicazione del terrore e di bollettini necrologici, cancellate di botto in virtù dell’ennesima crisi di governo. Specialità della casa e piatto forte della tradizione politica italiana giunto più o meno alla 67ma edizione dal dopoguerra in poi.

Un tourbillon in scena in queste ore e in cui chi si era sputato in faccia prima diventa amico, chi si era insultato precedentemente si scambia messaggi d’amore e dove appaiono formazioni dai nomi ridicoli come “I Costruttori” o “ I Responsabili” appellativi che in realtà sono la legalizzazione dello “Scilipotismo” che tanto aveva scandalizzato in passato quelli che oggi ne stanno abusando.

Emblematica in questo senso l’esperienza politica del M5S, entrato in politica promettendo ai suoi elettori di non sedersi mai a governare con i partiti esistenti e che invece in pochi anni è stato capace di andare a braccetto con la Lega e con il Pd, quel ”partito di Bibbiano” con cui avevano giurato di non governare mai. Mentre adesso in queste ore di consultazioni per un nuovo governo, sono pronti a calpestare di nuovo la dignità dei propri elettori legandosi con chicchessia fosse pure Berlusconi, tanto per mantenere il sedere incollato alla poltrona.

In questo quadro desolante ci sono cose che però non cambiano mai come Sanremo, Il Festival della Canzone Italiana, che anche quest’anno andrà in onda a tutti i costi con il suo bel pubblico presente in sala. Mentre tutti gli eventi italiani si attrezzano con lo streaming, per Sanremo è stato compiuto uno sforzo titanico per garantire (?) le condizioni di sicurezza pur di riproporre lo spettacolo nella sua forma classica.

L’immagine di un’Italia a due vie, dove c’è chi come il Marchese del Grillo può dire: “perché io so io e voi nun siete un c….” di fronte a categorie per cui certi sforzi non si sono certo compiuti. Per ristorazione, cinema, teatri, si è tagliato corto intimandone la chiusura senza sforzarsi più di tanto per trovare soluzioni che ne permettessero la sopravvivenza.

Per fortuna pare che gli indici di monitoraggio dovrebbero consentire il passaggio a “Zona Gialla” consentendo a tutti i locali di Roma di riaprire e, seppur nelle restrizioni imposte dalla situazione, ricominciare a respirare e quantomeno ad immaginare un futuro migliore di quello degli ultimi mesi.

Forse siamo vicini al momento in cui potremo tornare a sederci, seppur mascherati, intorno ad un tavolino nel centro di qualche bella piazza di Roma. Certo è solo un inizio e molto tempo ancora servirà per recuperare la nostra vita di prima, ma tornare a condividere un po’ di convivialità seduti tra i monumenti senza tempo della città eterna, sarà senza dubbio una medicina per i nostri umori inariditi dall’ultimo anno.