Omicidio Lecce - Daniele De Santis (foto ex ilsecoloXIX)

 

 

 

L’inizio di un Autunno in bianco e nero

 

Il caldo estremo aveva indotto tutti nell’inganno dell’Ottobrata Romana, già si sognavano repentini ritorni in spiaggia per recuperare l’estate perduta ed attendere dolcemente l’inasprirsi del tempo atmosferico. Tutte speranze rese bruscamente vane dall’ultimo we, che ha scaricato sulla capitale una pioggia incessante accompagnata da repentini abbassamenti delle temperature, con conseguente immediato abbandono di bermuda ed infradito e sbrigativo cambio di stagione con sostituzione del guardaroba negli armadi.

E così, drasticamente, se ne è andata un’estate che d’estate ha avuto ben poco. Divertimento con il contagocce, relax condizionato al punto da non potersi quasi chiamare tale e, tutta una serie di nuove modalità comportamentali che hanno tolto la spontaneità e la spensieratezza a molte delle comuni relazioni umane. Il danno ha molteplici sfaccettature, la più grave delle quali è forse la mancanza di quella sensazione post – estiva di aver “ricaricato le pile” per affrontare l’inverno. Lo stress è già su livelli di guardia e la fiducia della gente in questo prossimo futuro è ai minimi storici.

Il bombardamento dei media si è spinto oltre la sua funzione sociale, che dovrebbe essere quella di dare un’informazione funzionale al mantenere alta l’attenzione sul rispetto delle regole. Non si parla altro che di Covid in tutti i talk show televisivi, spesso a vanvera, inutilmente e senza dare nessuna notizia certa, ma contribuendo solamente ad aumentare il carico di preoccupazione nella popolazione.

Il covid 19 è oggi per i media un osso da spolpare, che fa leva sulle paure della gente per tenerle incollate allo schermo e nutrirne le angosce. La stessa storia vale per l’informazione che viaggia sul web piena di siti “farlocchi” e inutili, che nel covid vedono solo una grande occasione per acchiappare facili like e click a scopo commerciale.

Titoli roboanti che spesso nascondono articoli vuoti di notizie ma che colpiscono nel segno, in quanto la maggior parte della gente ormai non va oltre il titolo stesso. Le compagnie aeree sono al collasso così come tanti altri settori, la cassa integrazione la dove è arrivata sta per finire e la scuola arranca a fatica in quello che sarà l’anno scolastico più difficile di sempre.

Scendendo un gradino al di sotto degli aspetti tragici ci sono quelli fastidiosi e tra questi, la nausea provocata dal covid diventato unico argomento comune di discussione è il più fastidioso di tutti. Chi ha la fortuna di recarsi in ufficio, non può sottrarsi al blaterare continuo di mamme che tra loro ad ogni pausa o occasione possibile, dal vivo o al telefono in un ciclo infinito, ripetono il racconto giornaliero della scuola dei figli.

Dalla singola norma applicata da ogni plesso scolastico, a quello che ha detto la tal maestra o a quello che ha fatto il tal preside, dal colpo di tosse sospetto dell’amica della figlia alle modalità della ricreazione. L’incubo della materializzazione della “Chat delle mamme”, una litania giornaliera è snervante che uccide lentamente più del covid tutti quelli che non hanno figli in età scolare.

Ignorati cafonescamente da quelli che hanno intorno, sono costretti a subire questo stillicidio da chi non riesce nemmeno ad ipotizzarsi la domanda “ma a questi fregherà qualcosa di sentire tutto il giorno cosa succede nella scuola di mia figlia e di tutte le mamme che conosco?”.

La cronaca si allinea a questo presente privo di entusiasmi proponendo tragedie allucinanti ed impensabili fino a qualche tempo fa. E’ il caso della giovane coppia leccese trucidata in casa da un ex coinquilino. Un apparente bravo ragazzo studente universitario, un insospettabile che ha stroncato il futuro dei due giovani.

Antonio De Marco con lucida freddezza ha programmato ed eseguito quello che secondo lui doveva essere l’omicidio perfetto e poi, come se niente fosse, ha continuato la sua settimana da studente in tutta serenità, compreso il recarsi ad una festa di compleanno di una collega a poche ore dai funerali delle sue vittime.

Le motivazioni dell’omicida in seguito arrestato dai Carabinieri grazie ad alcuni indizi seminati sulla strada, hanno dell’incredibile. La colpa dei poveri Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta sarebbe stata quella di essere troppo felici, in maniera tale da disturbarlo. Inutile sottolineare la gravità assoluta del gesto di una barbarie assoluta che lascia senza parole.

Quello che balza agli occhi invece è notare come questo movente assurdo, sebbene frutto di una personalità fortemente disturbata senza nessun tipo di appello, non sia più una rarità. Il 23 febbraio 2019 a Torino infatti, il 33enne Stefano Leo fu assassinato mentre passeggiava sul Lungo Po Machiavelli, dal 27enne di origini marocchine Said Mechaquat, con una coltellata alla gola.

Lo stesso dichiarò ai magistrati: “Ho scelto di ammazzare lui perché l’ho visto e mi pareva troppo felice e io non potevo sopportare la sua felicità”. Ora se per il giovane originario del Marocco si può invocare la retorica della mancata integrazione, per il giovane universitario non c’è nemmeno questa assurda chiave di lettura.

Sebbene frutto di menti malate colpisce come il tratto comune, l’interruttore che fa scattare la follia in questi episodi sia l’esclusione, la solitudine esistenziale in una società divenuta talmente arida da non permettere nemmeno a questi sentimenti guasti, di manifestarsi in maniera riconoscibile agli occhi degli altri se non attraverso la tragedia.

Sul fronte politico niente novità, il lento declino della sinistra che perde lentamente regioni storiche come le Marche, insieme alla scomparsa imminente del M5s giunto a numeri da specie protetta, lascia presagire una nuova calda stagione a cui assisteremo complici anche le imminenti campagne elettorali per le amministrative, che nella capitale saranno particolarmente agguerrite.

Nell’attesa ci si può dilettare coltivando la propria vena culturale grazie agli appuntamenti in calendario come l’eccezionale apertura della villa del grande Alberto Sordi in Piazza Numa Pompilio, in occasione dei 100 anni dalla nascita. Nella casa dell’indimenticato figlio di Roma attraverso cimeli, oggetti, documenti inediti, abiti fotografie, video e curiosità sarà possibile ripercorre la lunga carriera dell’Artista Romano amato in tutto il mondo. La Galleria d’Arte Moderna invece ospiterà fino a Novembre "Shepard Fairey / 3 Decades of dissent", un progetto espositivo esclusivo curato dallo stesso Shepard Fairey, urban artist tra i più conosciuti al mondo, insieme a Claudio Crescentini, Federica Pirani e galleria Wunderkammern. un concept unico e irripetibile creato appositamente per la Galleria d’Arte Moderna, presentando un nucleo unitario di trenta sue recenti opere grafiche inedite (2019).