di Giordano Cevolani

 

 A chi non piacciono gli ossimori, quelle figure retoriche che consistono nell'accostare parole che esprimono concetti opposti, come 'silenzio assordante' e 'ghiaccio bollente' o quelli più scanzonati e provocatori come 'ghiacciai in fiamme' e 'l'uomo nudo con le mani in tasca'? Sembra una banalità ma quest'ultimo è anche il titolo di un dramma all'interno di una famiglia dell' '800 che mette a nudo il senso incerto della vita e dei rapporti familiari. E a ben pensarci in fin dei conti chi non si sente oggi nei 'panni' dell'uomo nudo......volendo con questo significare che ci troviamo completamente indifesi e in balìa non solo di un'emergenza sanitaria come il covid-19 ma anche nei confronti di una corretta informazione sull'origine e responsabilità più o meno presunte dell'origine della pandemia. In quest'ultimo caso ci sentiamo da una parte relegati al ruolo di spettatori 'nudi' e frastornati dai proclami delle fonti ufficiali e dall'altra dalle esternazioni di analfabeti scientifici che si avvalgono della loro visibilità pubblica per produrre verità discordanti in contrapposizione ai proclami delle fonti ufficiali. E così siamo 'nudi con le mani in tasca'... incapaci di reazione con le mani inoperose perchè non sappiamo da che parte sta la verità...e nel frattempo c'è qualcuno che si adopra 'nel mettercelo in saccoccia' o per meglio dire nel mettere le mani nelle nostre tasche..

Un altro ossimoro. The Eyes of Darkness (Gli occhi dell'oscurità) è un romanzo pubblicato nel 1981, sotto lo pseudonimo “Leigh Nichols”, ripubblicato nel 1989 con il nome vero (ammesso che anche questo non sia un nome inventato) Dean Koontz. Il bello è che nell’edizione 1981, si parlava del virus Gorki-400 fabbricato a Gorki in Russia, che era in epoca sovietica una “città chiusa”, irraggiungibile ai comuni cittadini senza speciali autorizzazioni dove i suoi abitanti erano essenzialmente scienziati e famiglie che lavoravano alle invenzioni belliche più segrete. Nel 1981 “Leigh Nichols” raccontava:“”Chiamano la sostanza Gorki-400 “perché è stato sviluppata nei loro laboratori RDNA fuori dalla città di Gorki, ed è stato il quattrocentesimo ceppo vitale di organismi artificiali creati in quel centro di ricerca.”

Dopo il collasso dell'Unione Sovietica e del comunismo, nel 1989 Dean Koontz e probabilmente l'editore hanno attualizzato il romanzo indicando il nuovo “nemico” nella Cina perché quello vecchio non faceva più paura. Koontz o, chi per lui, scrive nel libro rieditato: ..uno scienziato Li-chen disertò andando negli Stati Uniti portando con sé un dischetto con la registrazione delle più importanti e pericolose armi biologiche create in Cina in dieci anni. Chiamano la sostanza "Wuhan-400" perché è stato sviluppata nei loro laboratori RDNA al di fuori della città di Wuhan ed era il quattrocentesimo ceppo vitale dei microrganismi artificiali creati nel centro di ricerca. Wuhan-400 è un'arma perfetta, colpisce solo gli esseri umani......

 

 

The Eyes of Darkness (Gli occhi dell'oscurità) è un romanzo pubblicato nel 1981, sotto lo pseudonimo “Leigh Nichols”, ripubblicato nel 1989 con il nome vero Dean Koontz.. A destra è riportata una pagina che sa di preveggenza perchè scritta 30 anni prima della comparsa del virus 'in fuga' dalla citta di Wuhan

Koontz è quindi il nuovo Nostradamus dotato di 'soprannaturale' preveggenza? Lasciamo a chi legge ogni commento e riflessione in merito.

Non dobbiamo però essere così selettivi pensando che i mali provengano dai pronipoti di Gengis-kan o Kublai-kan. E' il caso di dire che anche l'Occidente deve guardarsi in faccia e se Atene piange, Sparta non ride. Come ha scritto Global Research fin dal 1948, gli Stati Uniti “hanno condotto per molti decenni un’intensa ricerca sulla guerra biologica”, in molti casi fortemente focalizzata su agenti patogeni specifici per razza. E anche gli Stati Uniti hanno la loro Gorki.

 

 

L'istituto di ricerca medica sulle malattie infettive dell'esercito degli Stati Uniti (USAMRIID ) è il principale centro americano per la ricerca sulle contromisure da adottare in caso di guerra biologica. Si trova a Fort Detrick nello stato del Maryland e appartiene alla U.S.Army Medical Command, sotto il controllo della U.S. Army.Gli studi e le ricerche condotte dallo USAMRIID hanno permesso lo sviluppo di vaccini e contromisure biologiche per molte malattie infettive. Tra queste Antrace, Botulismo,Peste,Febbre emorragica Ebola (Fonte, Wikipedia).

Destano ancor più sensazione le dichiarazioni di Luc Montagnier premio Nobel per la Medicina 2008, impegnato da tempo a sconfiggere le malattie virali e sempre più convinto che la meccanica dei quanti sia di grande supporto alla ricerca medica di frontiera. Senza addentrarici nei meandri della recente intervista, il Nobel Montagnier afferma che l'attuale covid-19 è un 'derivato' in fuga dal laboratorio di Wuhan per l'innesto di alcune 'tessere' dell'HIV, il virus da lui studiato e debellato che gli valse l'assegnazione del Nobel. E poi Il Wuhan National Biosafety Laboratory, è stata pensato per aiutare scienziati e ricercatori cinesi a "prepararsi a rispondere a futuri focolai di malattie infettive", secondo un rapporto del 2019, pubblicato dai Centri statunitensi per Controllo e prevenzione delle malattie (CDC). Secondo quanto riportato dal quotidiano, la struttura sarebbe nata, in collaborazione con la Francia, nel 2003, anno in cui scoppiò l'epidemia di Sars. In base ai dati di allora, furono 8mila le persone infettate e a causa della malattia persero la vita in 750 (numero che appare oggi sottostimato rispetto al dato reale). Impensabile quindi fare a meno oggi del parere 'autorevole' del medico virologo francese Montagnier che per le sue competenze e - aggiungiamo noi - preziosa collaborazione, dovrebbe conoscere vita e miracoli di quanto avviene in quel laboratorio.

Mala tempora currunt! Viviamo tempi duri e se a distanza di secoli molto è cambiato positivamente sul fronte della sanità, non così possiamo dire nei comportamenti umani. Ai tempi nostri, agli albori di questo millennio, Martin Rees, astrofisico di fama internazionale, ha pubblicato un libro dal titolo Il secolo finale, in cui apertamente denuncia che l’umanità rischia di autodistruggersi nei prossimi cento anni, provocando la sesta estinzione di massa degli esseri viventi dopo le cinque che si sono succedute nelle varie ere geologiche (l’ultima, quella che ha posto fine ai dinosauri circa 65 milioni di anni fa). Secondo Rees, le probabilità per il genere umano di sopravvivere al secolo appena cominciato sarebbero non superiori al 50% e tra le possibili cause di una sua estinzione figurerebbe oltre il clima, reso vulnerabile dall’effetto serra e dalle fonti di inquinamento, quello che è più sensazionale, il progresso nella ricerca scientifica e soprattutto della tecnologia ‘il cui lato oscuro potrebbe nel ventunesimo secolo rivelarsi più pericoloso e meno controllabile della minaccia di catastrofe nucleare con cui ci siamo confrontati per decenni’. Gli attacchi all’ambiente e alla nostra biosfera condotti dalle attività umane potrebbero quindi generare danni ben peggiori delle più disastrose calamità naturali rappresentate da terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tsunami e impatti di asteroidi. Affermazioni che possono non essere condivisibili ma che destano sconcerto e come quelle di Montagnier non vanno minimizzate considerata la levatura e il credito di chi le sostiene.

Ciò detto, vogliamo poter non credere al complottismo che vede nel laboratorio cinese di Wuhan il primo responsabile della pandemia del covid-19 ma pure rifuggiamo dalla cieca fiducia nel progresso scientifico-tecnologico. Su scala mondiale c'è un numero imprecisato di laboratori, costruiti e gestiti con livelli di sicurezza maniacali, che stanno studiando e manipolando virus anche più pericolosi del covid-19 come parte di uno sforzo di cooperazione internazionale per la prevenzione, il controllo e la terapia delle malattie infettive emergenti, indicate dalla (OMS Organizzazione Mondiale della Sanità) come uno dei 10 pericoli del nostro tempo. Proprio qui sta il punto. Ci permettiamo di dissentire sulla grande sicurezza e fiducia riposta sui controlli maniacali operati in 'tutti' i laboratori di virologia disseminati nell'orbe terraqueo. Nel settembre 2019, in Siberia (in un enorme campus di epoca sovietica dedicato alla ricerca virologica chiamato VECTOR), c'è stata un’esplosione nel laboratorio di ricerca biologica dove sono conservati alcuni degli unici campioni di virus del vaiolo rimasti al mondo. L'incidente non ha coinvolto – così dicono le fonti ufficiali - le aree di massima sicurezza in cui si trovano, ma indica che le procedure di comunicazione e controllo internazionale per quel tipo di impianti sono ancora da perfezionare. Una risposta largamente prevedibile quella delle fonti ufficiali russe, proprio per non allarmare la popolazione che sottintende pure una corsa frenetica a verificare e limitare i danni dell'esplosione. Potenziali rischi di pandemie da agenti patogeni sconosciuti vengono anche da un settore della ricerca scientifica, chiamata Gain-of Function (GoF). È questo un campo controverso, sia per la pericolosità e la creazione in laboratorio di nuovi patogeni, sia per la mancanza di trasparenza e di controllo da parte della società civile, specie in paesi poco trasparenti per definizione, come la Cina o la Russia. Ma anche gli Usa. Spesso si tratta di ricerche in ambito militare o secretate per questioni di sicurezza nazionale, oppure finanziate con fondi pubblici a seguito della pubblicazione di bandi, ma in assenza di una reale ed affidabile valutazione del rischio. (riportato nel mio recentissimo ebook amazon):https://www.amazon.it/dp/B087D89CNC?tag=sa-b2cit-21&linkCode=osi&th=1&psc=1

 

Diario Semiserio di un Ricercatore Eretico, di G.Cevolani, amazon formato kindle, aprile 2020

In criminalogia forense, si afferma che tre indizi sono sufficienti per avere in mano la verità o meglio quasi tutta la verità. E la verità è un concetto tanto assoluto da pensare che in termini di errori ci accontentiamo del responso della 'curva (o campana) di Gauss' che stiamo usando nell'evoluzione temporale del covid-19 e che pone al 95% la probabilità massima che possiamo ottenere dai dati ed informazioni disponibili per sentirci confortati in termini di sicurezza.

Quanto alla nostra fragilità, impotenza e 'nudità' dinanzi all'attuale contingenza, consoliamoci con l'aforisma di Platone, il più grande dei filosofi: ..L’ignoranza, quella dei potenti, è ostile e turpe, essendo essa medesima e tutte le sue immagini dannose anche al prossimo; all’ignoranza, quando è debole non è toccato in sorte tra noi che il posto e la natura delle cose ridicole”. L'arroganza dei potenti che sentiamo sopra la nostra pelle è figlia di quell'ignoranza che i potenti non avvertono quando si parla di questo secolo come 'secolo finale' ma che oggi noi gente comune avvertiamo come una pandemia, proprio come quella che stiamo vivendo sul fronte sanitario con il covid-19.

Alla fine della 'fiera' tutte le pedine torneranno al loro posto come a fine 2019? Assolutamente no. Abbiamo già individuato i potenti, i poteri forti, i nuovi padroni del mondo da cui guardarci e tenerci a debita distanza per non essere ancor più 'infettati'.