A parte tutto ancora una volta ce la faremo

Una bellissima primavera è sbocciata su una Roma disabitata come nemmeno nei peggiori film di genere catastrofico. L’ora legale è scattata evidenziando ancor di più quel senso di costrizione e privazione che tantissimi abitanti della terra stanno sperimentando per la prima volta nella loro vita in queste ore.

Dalla finestra su Roma purtroppo la vista è limitata, ma lasciandola aperta per accogliere questa ondata di luce stagionale si ode un gran vociare. Sono le voci di tutti quelli che cercano il pelo nell’uovo in ogni questione, dai moduli di autocertificazione sbagliati alla critica per ogni altro provvedimento, puntando il loro ditino accusatorio senza capire l’enorme difficoltà di chi sta dirigendo un’emergenza che non ha mai avuto precedenti prima d’ora.

Sono le voci di quelli che iniziano post e articoli dicendo “ma stai scherzando?”, imponendosi così come portatori di verità assolute in una vicenda in cui, medici operatori della sanità e macroesperti si stanno ancora muovendo per supposizioni. Sono le voci di tutti quelli che protestano e se ne fregano della distanza da mantenere tra le persone, pensando solo a se stessi e consapevoli del loro potenziale da “untori” e che con il loro comportamento, hanno condannato a morte molti loro conterranei per puro egoismo e mancanza di ogni valore morale.

Sono le voci della “Milano da bere” che continuava a fare gli aperitivi nonostante tutti gli appelli accorati di non farlo, comportamento poi copiato a Napoli ed in altre parti d’Italia. Sono le voci di tutti i falsi runner in mutandone ascellare modello Fantozzi, che pur non correndo dal 1970, per contravvenire alle indicazioni oggi accampano i loro “diritti”, intasando parchi e spazi all’aperto senza nessuna responsabilità fino a causarne la chiusura, oltre che a rischiare un infarto che oggi impiegherebbe nel soccorso preziose risorse sanitarie. Questi ultimi, coadiuvati da tutti quelli che mai come ora portavano il cane a fare i propri bisogni, mentre adesso si servono di quest’ultimo per andare in giro senza limiti.

Dalla finestra arrivano anche le voci di protesta verso quelli che lucrando sulla disperazione della gente hanno speculato sui prezzi del cibo o delle mascherine e, a cui andrebbero tolte le licenze perché non c’è multa che ripaghi dall’infamia. Sopra tutte le altre si levano le voci di tutti quei politici che approfittano del momento di difficoltà per fare campagna elettorale, compresi i loro militanti che schiavi di logore ideologie e con il paraocchi ben serrato sul viso, non vogliono vedere le difficoltà in cui si trova chi nel momento più buio dal dopoguerra ad oggi deve condurre l’Italia tra problemi inimmaginabili fino a ieri.

Fastidiose voci si levano anche da tutti quelli che invece di superare le barriere e favorire l’unità, continuano a fomentare il caos e le divisioni attraverso post, articoli ed ogni altra manifestazione possibile. Rigorosamente senza mai muovere un dito e limitandosi a dire che è colpa di questo o di quell’altro, o che… avrebbero dovuto…, dovevano fare..., potevano fare…, hanno sbagliato. Senza mai impegnarsi nel dire ok tiriamo una linea e guardiamo avanti a cosa bisogna fare per risolvere la situazione.

Sottovoce arrivano anche i bisbigli di tutti quelli che: “a me non me ne frega un c***o io devo continuare a fare quello che mi pare e me ne frego degli altri“, individui meschini alla ricerca continua di escamotage per eludere ogni prescrizione di comportamento collettiva. Arrivano anche racconti su tutti quelli che grazie a rapporti servili con i propri capi, si sono accaparrati quel poco lavoro rimasto negli uffici senza dividerlo con i colleghi, spingendo verso la cassa integrazione quelli a cui fino al giorno prima giuravano amicizia davanti alla macchina del caffè durante la pausa.

Le voci mancanti sono quelle di chi non partecipa al dibattito esprimendo apertamente un suo pensiero, ma che non lo fanno per non creare turbative ma solo per rimanere simpatici a tutti nella paura di perdere “like”. Quel tessuto molle in cui non crescono virtù ma solamente apparenze da social e che vengono immediatamente prima di quelli che all’alba del problema Corona virus, ponendosi come “illuminati” si pavoneggiavano dicendo che era solo una banale influenza.

Mentre l’OMS sosteneva che ci fossero tutti gli estremi di una pandemia, loro sostenevano fosse un allarmismo creato ad arte per questo o quel complotto. Chiaramente dopo un breve silenzio li abbiamo ritrovati tutti sull’altra sponda come massimi esperti in materia, a caldeggiare chiusure da regime militare, esercito in strada e tante amenità di varia natura, urlate sul web sempre nel segno dell’arroganza del sapere tutto prima e meglio degli altri, compresi gli addetti ai lavori di ogni genere. Detentori assoluti di verità rivelate solamente a loro a cui però, la vicenda Corona Virus costerà la credibilità perche la gente non dimentica.

Ultime ad arrivare ma di primaria importanza le urla di protesta che la gran parte del popolo Italiano indirizza ad una Comunità Europea inconsistente, rivelatasi ancora una volta per quello che è, meccanismo economico ad uso e consumo dell’asse Germania - Olanda. Anche la Francia, fino a ieri vassalla di ogni decisione teutonica, è stata costretta a sfilarsi viste le difficoltà che hanno investito i cugini d’oltralpe e a cui la Merkel ha voltato le spalle senza pensarci un attimo come ha fatto con l’Italia.

Un progetto prima franco tedesco e poi solo tedesco per svalutare e spolpare l’Italia fagocitandone gli assets. Un modo per assumere posizioni di controllo anche tra le risorse uniche e irripetibili del nostro paese, vedi alla voce patrimonio artistico, culturale, turistico e agro alimentare, che la Germania con tutta la sua produttività non potrà mai avere.

Questo già deprecabile atteggiamento si è arricchito di alcune perle di inaccettabile infamità, come trattenere per uso proprio le mascherine destinate all’Italia in un momento decisivo, quando avere una mascherina poteva salvarti la vita oltre a permettere di limitare il contagio. Per non parlare poi del discorso della Lagarde che in qualità di rappresentante momentanea della BCE, ha sostanzialmente detto all’Italia che la crisi è un suo problema da risolversi da sola. Dichiarazione che ha permesso alla borsa di bruciare in un solo giorno decine di miliardi a nostro sfavore.

Tutto questo ha evidenziato il fatto che un’Europa così non ha ragione di essere e che, come sostenuto con forza anche dal Presidente Conte e dal Presidente Mattarella, o si cambia tutto o ci sono forti dubbi nel proseguire su questa strada. Insomma tutti contro tutti, come in un girone Dantesco in cui trova spazio anche chiunque spari negatività: che l’Italia non ce la farà, che i giovani non sono capaci di affrontare il futuro, che siamo destinati alla rovina e avanti così. Una zavorra incapace di tirare fuori gli attributi per stringersi insieme, guardarsi negli occhi e dirsi solleviamo il nostro paese… ancora una volta… perché noi siamo Italiani.

Italiani come quelli che tutti i giorni sono in prima linea, medici infermieri e personale sanitario, che con turni massacranti e spesso senza le attrezzature necessarie fanno miracoli, rischiando quotidianamente la vita e lottando oltre i propri limiti fisici e psicologici. Italiani come tutto il personale dei supermercati, che esposto giornalmente al pubblico offre la propria prestazione con grande pazienza e senso del dovere per assicurare a tutti quanto necessario a casa. Con loro tutti i trasportatori che attraversano un’Italia dilaniata per rifornirla di generi alimentari, ma anche le forze dell’ordine e i lavoratori del trasporto pubblico, delle farmacie e di tutti quegli esercizi che rimangono aperti per il bene comune di un’Italia con il motore al minimo pronta a ripartire.

Italiani come tutti i volontari di ogni ordine e grado, che in questo momento non fanno mancare il loro apporto e che come sempre, con il grande cuore che ci contraddistingue hanno risposto in massa alla chiamata. Dai medici agli infermieri ma anche tutti quelli con mansioni fuori dai riflettori, preziosissimi angeli che lavorano nell’ombra come piccole api operose, permettendo all’Italia di andare avanti giorno dopo giorno in una difficile navigazione a vista.

Sono l’immagine di un’Italia che non si arrende e che, immensamente più forte di quella quota inerme di persone incapaci di collaborare anche nella sciagura, ce la farà ancora una volta, come sempre nella nostra storia a superare anche questo momento.