Rio de Janeiro - Giuseppe Arnò e Gianni Minà - foto d´arquivio

Il Venezuela, una volta prospero e felice esportava petrolio e “Miss Mondo” a gogò, adesso si dibatte nella più profonda crisi umanitaria di sempre ed esporta… profughi e miseria.

Comincerei con una nota frase di Victor Hugo: “C'è una certa solidarietà e un'infamia condivisa tra il governo che fa il male e il popolo che lo lascia fare. Soffrire è una cosa venerabile, subire è una cosa disprezzabile”.

Che gli USA s’ingeriscano negli affari altrui, particolarmente quando c’è odore di petrolio è storia contemporanea. Io ho sempre denunciato sia l’imperialismo americano che il neocolonialismo francese, tuttavia, le questioni che non possono essere sottovalutate e che esulano da qualsiasi, supposto o vero, assedio golpista da parte di chicchessia sono le seguenti e tutte spingono a ripudiare chi fa soffrire il popolo.

Elezioni truccate (Lo denuncia l'azienda SmartMatic, la società che ha fornito il supporto informatico nelle operazioni di conteggio dei voti). «Basandoci sulla solidità del nostro metodo, sappiamo, senza il minimo dubbio, che le cifre della partecipazione all'elezione dell'Assemblea costituente nazionale sono state manipolate», ha sostenuto la società in una conferenza stampa a Londra, alla quale ha partecipato il Ceo di SmartMatic, Antonio Mugica;

Arresti arbitrari: giornalisti francesi, inglesi, spagnoli etc. pretestuosamente arrestati;

La democrazia uccisa dal regime: un gruppo di deputati oppositori è stato aggredito da militari della Guardia Nazionale e membri di gruppi irregolari pro governativi mentre tentavano di avvicinarsi alla sede del Tribunale Supremo di Giustizia -Tsj-, nel centro di Caracas (I parlamentari volevano protestare contro la sentenza del Tsj, allineato sulle posizioni del governo di Nicolas Maduro, che si e’ attribuito i poteri dell’Assemblea);

Violazione dei diritti umani (violenze e torture su oppositori politici): tra aprile e settembre 2017 sono stati documentati più di 88 casi di violazioni dei diritti umani (tutti antagonisti del presidente in carica), Amnesty International rivela: “È rimasto in vigore lo stato d’emergenza, già rinnovato più volte da gennaio 2016. È stata eletta un’assemblea costituente nazionale senza la partecipazione dell’opposizione. Il procuratore generale è stato licenziato in circostanze anomale. Le forze di sicurezza hanno continuato a fare ricorso all’uso eccessivo e non necessario della forza per disperdere le proteste. Centinaia di persone sono state arbitrariamente detenute. Sono stati segnalati molti casi di tortura e altri maltrattamenti, inclusi episodi di violenza sessuale, ai danni di manifestanti. Il sistema giudiziario è stato ancora una volta impiegato per ridurre al silenzio i dissidenti, anche tramite il ricorso alla giurisdizione militare per perseguire i civili. Difensori dei diritti umani sono stati al centro di vessazioni e intimidazioni e hanno subìto irruzioni nelle loro abitazioni. Le condizioni di vita nelle carceri sono rimaste estremamente dure. La crisi alimentare e quella sanitaria sono peggiorate, colpendo in particolar modo i bambini, le persone affette da patologie croniche e le donne in gravidanza. Un numero crescente di venezuelani ha chiesto asilo in altri paesi” (https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-annuale-2017-2018/americhe/venezuela/) .

Popolazione ridotta allo stremo: secondo un'indagine nazionale ben l'87% della popolazione del Venezuela si trova in stato di povertà e l'80% delle famiglie soffre di deficienza alimentare (manca tutto: dalle medicine ai viveri e alla carta igienica);

Emigrazione di massa: Il popolo disperato scappa dal proprio Paese. Altri 2 milioni a rischio emigrazione nel 2019. All’incirca altri 2 milioni di venezuelani rischiano, nel 2019, di aggiungersi alle fila di connazionali già espatriati nel corso del 2018 in qualità di migranti e rifugiati, sfiorando un totale di 5,3 milioni, mentre il Paese continua a soffrire una paurosa crisi economica. Secondo la FAO, il Venezuela è il Paese latinoamericano che ha registrato il maggior aumento di fame e malnutrizione durante il biennio 2016-2018. Il rapporto ha rilevato che la fame nel Paese sudamericano è triplicata nei periodi 2010-2012 (3,6%) e 2015-2017 (11,7%). “E ‘importante notare che queste sono le migliori stime che la FAO può produrre utilizzando i dati forniti dal governo del Venezuela”.

Molte testimonianze dirette, sullo stato dittatoriale, sulla crisi umanitaria e sulla miseria estrema arrivano, tra l’altro, dalle migliaia di profughi che riparano in Brasile.

È necessario aggiungere dell’altro? Ma che Governo è questo? Nell’antica Roma avrebbero decretato: “Maduro delendum est” per la salvezza di quello che resta del martoriato popolo venezuelano. Noi non arriviamo a tanto, ma che si facciano libere lezioni, sì, e, stavolta, senza… trucchi!

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In risposta al mio amico Aldo Manganaro a proposito della posizione di Gianni Minà sulla crisi venezuelana, riportata sul link: https://laveritadininconaco.altervista.org/mina-stampa-vile-rifiuta-di-raccontare-linfame-assedio-cui-i-golpisti-usa-hanno-sottoposto-il-venezuela-di-maduro/?fbclid=IwAR2BdaBo2lzcusSN9NebCI-eHNOQ2LzQ9GZbB-mr8JGvKzIdsjhWODOz848