Memoria storica snobbata ed “epurata” dall’elenco circolante dei personaggi famosi sepolti nel Cimitero monumentale – La lapide nell’incuria che la ricorda e lo stato di rovina del sepolcro d’un altro illustre suddito di Vienna, Franz von Scholl, luogotenente feldmaresciallo ed ingegnere militare

addetto alle fortificazioni – Banale ignoranza o colpevole indolenza?

 

Servizio e foto di Claudio Beccalossi

 

Verona – Nonostante i vergognosi vuoti di memoria e di rispetto, nell’area ex austriaca del Cimitero monumentale resiste al tempo che passa anche la tomba di un’illustre nobildonna legata a doppio filo (matrimoniale) con un acerrimo e duro repressore austriaco degli ottocenteschi ardori risorgimentali italiani. Si tratta, probabilmente ed alla stregua di tante altre pietre in verticale nello stesso contesto incise in ricordo, d’un cenotafio (forse proveniente da altra ubicazione all’interno del camposanto) collocato nella parete dietro, privo, appunto, dei resti della persona indicata in epigrafe, riesumati od irrintracciabili.

L’iscrizione è solenne ma deturpata dall’incuria e dall’abbandono, con qualche parola illeggibile o danneggiata e dalla conseguente necessità di procedere, per atto semplicemente dovuto, al suo restauro. Dimenticato dalla Soprintendenza e dalla “macchina” della valutazione storica veronesi, senza alcuna tabella o nota indicativa (anche meramente culturale o turistica) per quanti possano esserne interessati, langue il sepolcro della contessa Franziska Romana von Strassoldo-Gräfenberg, moglie del celeberrimo e celebrato (in Austria) feldmaresciallo Josef Radetzky (Johann Josef Wenzel Anton Franz Karl Graf Radetzky von Radetz in tedesco, Jan Josef Václav hrabě Radecký z Radče in ceco), nato a Sedlčany (città oggi della Repubblica Ceca nel distretto di Příbram, in Boemia centrale) il 2 novembre 1766 e morto a Milano il 5 gennaio 1858, comandante dell’esercito austriaco in Italia dal 1831 al 1848 e, poi, governatore generale del Lombardo-Veneto fino al 1857, sepolto in pompa magna nel mausoleo militare di Kein-Wetzdorf, in Bassa Austria.

Il 25 ottobre 1849 Radetzky s’insediò a Verona come governatore generale, civile e militare e comandante supremo della 2ª Armata Austriaca. Ed è nella città scaligera che la moglie Franziska cessò di vivere nel 1854, a 75 anni d’età.

Il marmo del loculo nell’oblio scandisce: “Franziska Grafin Radetzki geborne Grafin Strassoldo Gräfenberg Sternkretz Ordens Dame und Ehrendame des Königlichen Bairischen Theresien Ordens geboren am 3 Iänner 1779 gestorben am 12 Iänner 1854”. Cioè, “Francesca Contessa Radetzki nata Contessa Strassoldo Gräfenberg (segue il titolo dell’ordine cavalleresco femminile – Ordine di Teresa – istituito nell’ambito del Regno di Baviera) nata il 3 gennaio 1779 morta il 12 gennaio 1854”. Stranamente, almeno due fonti su Internet attribuiscono all’anno 1781 la nascita della contessa ma è quanto cita la scritta sulla sua lastra tombale a fugare qualsiasi errore od equivoco che possa persistere.

Franziska nacque a Tržič (in tedesco Neumarktl), Carniola, ora nella Slovenia settentrionale, nei pressi del confine con l’Austria. Apparteneva ad una potente famiglia altolocata e nettamente austriacante. I suoi genitori furono Leopold Lorenz Conte von Strassoldo e Maria Franziska Romana Anna Contessa von Strassoldo (nata von Auersperg). La contessina sposò il futuro feldmaresciallo Josef Radetzky il 5 aprile 1798 nella chiesa di San Nicolò del Castello di Strassoldo, ora frazione del comune di Cervignano del Friuli, in provincia di Udine. Il castello sorse nel 1035 su un preesistente fortilizio d’epoca ottoniana (o forse longobarda) grazie al nobile tedesco Woldarico Strassu. Si compone di manieri separati (il Castello di Sopra e quello di Sotto) e passò agli Strassoldo (ramo dell’antica famiglia di Lavariano) dal 1188.

Il matrimonio tra Franziska e Josef non fu certo d’amore, come d’abitudine allora. Tuttavia, la moglie diede al marito otto figli, cinque maschi e tre femmine. Durante la sua permanenza a Milano con la famiglia, il baldo Radetzky ebbe modo di trovarsi l’amante fissa (di 40 anni più giovane), tale Giuditta Meregalli, stiratrice a Sesto San Giovanni. Per tenerla a sé, l’austriaco la rese proprietaria di un’osteria e lei lo ripagò con fedeltà e… quattro figli. Amante a parte, il rapporto del feldmaresciallo con la famiglia di Franziska fu sempre saldo, agevolando le radicate ambizioni a ruoli chiave degli Strassoldo (nello specifico di due dei fratelli di Franziska, Julius Cäsar e Michael Conti von Strassoldo-Gräffenberg), comunque già assunti a ruoli di prestigio ed autorità in forza della loro fedeltà all’Austria.

Delude ed irrita vedere com’è stata mortificata, da distratti e negligenti contemporanei, tanta storia (pubblica e privata) dietro al semplice sepolcro di Franziska Romana von Strassoldo-Gräfenberg, moglie sottomessa (e connivente) di Josef Radetzky, spietato soffocatore dell’anelito italiano. Tiranno efferato per patrioti dell’unità nazionale ed eroe da onorare per l’imperialismo viennese. De gustibus non est disputandum…

La mesta noncuranza che viola il ricordo anche solo umano di Franziska (che andrebbe almeno menzionata nel sito http://www.visitcemetery.eu/cimitero-monumentale-verona/ e nel relativo, parzialissimo elenco di “personaggi famosi sepolti nel Cimitero monumentale di Verona”) non riguarda, perché ben richiamato all’attenzione pubblica, un altro insigne personaggio, suddito austriaco di ceppo tedesco, che giace in un sepolcro purtroppo scandalosamente malridotto, sempre nell’area ex austriaca del Cimitero monumentale di Verona. L’urna solitaria in marmo veronese contiene i resti terreni di Franz von Scholl, luogotenente feldmaresciallo ed ingegnere militare addetto alle fortificazioni (Aache/Aquisgrana, 8 gennaio 1772 – Verona, 3 settembre 1838).

Il manufatto d’inumazione, danneggiato anche da schegge di bombe cadute durante le incursioni alleate su Verona soprattutto tra il gennaio 1944 e l’aprile 1945, riporta su un lato: “Franz von Scholl Feldmarschall-Lieutenant Im H. H. Ingenievrs Corps”. Sull’altra facciata appare: “Geboren: 8ten Jaenner 1772 Gestorben: 3ten September 1838”. Quando raggiunse il top della sua attività progettuale e realizzativa, Von Scholl soprintendeva i vari cantieri asburgici di fortificazioni ed era alle prese, nello stesso tempo, con la Cinta Magistrale scaligera e con le opere di sbarramento dei valichi alpini tirolesi. Morì, pare, per un malore provocato dal dolore per la scomparsa, avvenuta il giorno prima, della moglie Santina. La lapide della congiunta, poco distante, recita: “Hier ruht Santina von Scholl geborene Resich gest. im 52ten lebensjahre den 2ten September 1838 Der geliebten mutter die trauernden kinder” (“Qui riposa Santina von Scholl nata Resich morta nel 52mo anno di vita il 2 settembre 1838 Alla amata madre i figli addolorati”).

Il deprecabile stato di rovina (altroché solo degrado) del monumento funebre a Franz von Scholl (affezionato a Verona sebbene nato altrove) pretende con urgenza interventi perlomeno di ripulitura e di contenimento dell’irreparabile, in vista d’un restauro generale. E pure il marmo di Santina necessiterebbe d’una banale opera di ripristino. Con inserimento obbligatorio di queste importanti ma trascurate vestigia nel circuito conoscitivo “ufficiale” di Verona, non solo come consolatoria opportunità alternativa…

 

Didascalie delle foto:

 

1 – La tomba o la sola lapide della contessa Franziska Romana von Strassoldo-Gräfenberg (al centro, sormontata dalla croce) rintracciata nell’area ex austriaca del Cimitero monumentale di Verona.

2 – Alla semplicità del marmo addossato alla parete dietro e dedicato alla moglie del feldmaresciallo Josef Radetzky s’aggiungono lo stato d’abbandono ed un senso d’anonimato. Tutto voluto secondo scienza e coscienza o semplice coincidere di fattori negativi?

3 – Un ritratto della contessa Franziska Romana von Strassoldo-Gräfenberg.

4 – Il feldmaresciallo Josef Radetzky in uniforme e con il collare del Toson d’oro austriaco, la Croce dei cannoni e la placca di Gran Croce dell’Ordine di Maria Teresa.

5 – 6 – 7 – Il sepolcro del luogotenente feldmaresciallo Franz von Scholl in mortificanti condizioni.

8 – Franz von Scholl, luogotenente feldmaresciallo ed ingegnere militare addetto alle fortificazioni.