Senza squilli di tromba ne grandi entusiasmi avanza quest’anno finora privo di grandi promesse. A fargli da spalla un clima piovoso che manco ad aprile. Niente bombe d’acqua, ma una pioggia che in costanza giornaliera interpreta il clima di una città dall’aspetto dormiente. Persino il traffico sembra più clemente.

Ma forse è solo un’impressione indotta dalle giornate uggiose. In realtà invece, sul muro torto e sul lungotevere si snoda il serpente composto dagli stop delle macchine, che variano la loro intensità luminosa avanzando lentamente, come un lungo tappeto di brace che incornicia il Tevere.

Una scia umana che si muove al rallentatore, tanti micro habitat emotivi dove si sperimenta la possibilità della solitudine in mezzo al caos. Tante piccole storie, che scorrono nella mente di chi trascorre quel tempo seguendo inconsapevole i suoi pensieri, aiutato dal mantra ciclico di freno e frizione tra prima e seconda fino all’ipnosi.

Chi vagheggia sui propri sogni chi sulle sue delusioni, chi non vede l’ora di arrivare e chi invece subisce lo scorrere del tempo nella consapevolezza di viaggiare verso il suo solito, immutabile, routinario e triste capolinea giornaliero.

Sulla scena politico sociale domina sempre la questione dell’immigrazione che lentamente si trascina fine a se stessa. Una recita priva di contenuti e di proposte. Sullo sfondo di una questione umana che meriterebbe un serio approfondimento e di essere affrontata in ben altra maniera, si stagliano movimenti e manifestazioni che mettono in piazza il loro carosello ideologico.

Il populismo di cui tanto si parla e di cui viene accusato il governo, si manifesta soprattutto tra queste persone che in realtà manifestando, hanno il solo scopo di mantenere in vita il simulacro delle loro ideologie naufragate sugli scogli della vita reale. A loro poco importa delle vere ragioni che generano questo dramma umano e, di come dovrebbe essere gestito a livello comunitario.

Si limitano a recitare il rosario delle solite litanie pregne di accuse di razzismo e fascismo, pretestuose e fini a se stesse. Ben si guardano però di intavolare un serio dibattito su ciò che provoca il flusso migratorio e come poi, queste povere anime siano costrette a vivere dopo sbarcate, in un paese che certo è impossibilitato ad occuparsi di tutti i migranti del mediterraneo.

Sbraitano slogan il più delle volte senza senso, sfruttando i poveri migranti come arma per colpire un governo verso il quale non sanno opporre una valida alternativa politica. Ben si guardano però ad esempio, di approfondire fenomeni come il fenomeno del “land grabbing”, l’accaparramento di terre di paesi in via di sviluppo ad opera delle multinazionali o dei singoli stati emergenti. Attività che in tempi di globalizzazione, assoggetta anche agricoltura e cibo alle dinamiche geopolitiche.

Oppure indagare sui rapporti dell’economia Francese con gli stati Africani, che condannano le ex colonie alla povertà incamerando il loro beni a Parigi. Per quanto invece riguarda il campidoglio si registra un abbassamento dei toni, non tanto per merito dell’amministrazione a 5 Stelle quanto per mancanza di idee dall’altra parte.

Il mondo radical chic continua a vivere nei programmi Rai, tipo la vetrina di Fazio la domenica sera in cui vanno in onda simboli e icone della sinistra italiana che fu. Un mondo in cui persino l’ex Premier Letta viene presentato come un intellettuale che propone libri. Una trasmissione che fa un po’ pensare all’orchestrina del Titanic che continua a suonare mentre la nave affonda.

Scene da grandi pellicole che nella Roma dei “bei tempi” hanno segnato una stagione di riferimento per la cinematografia mondiale. Tra i “grandissimi” di allora senza dubbio figura Il Grande Marcello Mastroianni a cui è dedicata presso l‘Ara Pacis e fino al 19/02, una mostra sulla vita e la carriera dal celebre attore protagonista di tanti amatissimi film.

Di tutt’altro tipo la mostra “Viaggio nel Colosseo, Magico fascino di un monumento”. Un viaggio nei Mercati di Traiano proposto ai visitatori dall’artista austriaco Gerhard Gutruf con la mostra dedicata al monumento più emblematico della Roma antica e contemporanea: il Colosseo, simbolo di una Roma senza tempo.

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