Alla presenza del Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, della famiglia Diaz della Vittoria e di autorevoli personalità della società civile e militare, si è inaugurata lunedì 9 luglio 2018, una Mostra dal titolo: “Diaz, una stirpe di militari” che raccoglie cimeli personali del Generale Armando Diaz — custoditi dal nipote omonimo Don Armando Diaz della Vittoria, Duca della Vittoria — nonché una nutrita documentazione impreziosita da reperti e testimonianze provenienti dalla Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito di Torino, dal Museo della Grande Guerra di Gorizia e da numerose prestigiose collezioni pubbliche e private.

Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, Armando Diaz della Vittoria, Salvatore Farina, Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini davanti al bollettino della vittoria

Paolo Badoglio di Addis Abeba, Salvatore Farina, Armando Diaz della Vittoria e Maurizio Gonzaga del Vodice

Salvatore Farina

Salvatore Farina, Fabio Cassani Pironti, curatore della Mostra

Veduta della sala

Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini, Fulvio Poli, Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, Salvatore Farina, Armando Diaz della Vittoria, Maurizio Gonzaga del Vodic

Taglio del nastro

Trincea di guerra

Telefono usato da Diaz durante la Guerra

Soldati in divisa dell'epoca

Per l’occasione, nella sala superiore del ricco Museo Storico dei Granatieri di Sardegna in piazza Santa Croce in Gerusalemme a Roma, è stata allestita la ricostruzione di una trincea con armi e suppellettili originali provenienti dai campi di battaglia, mentre in uno schermo adiacente scorrevano immagini del Generale con Re Vittorio Emanuele III. Infine, non senza comprensibile emozione da parte dei molti presenti, si è ascoltato da una rara registrazione, il Bollettino della Vittoria pronunciato dalla stessa voce del Comandante Supremo del Regio Esercito Generale Armando Diaz.

Oggetti inediti come il telefono usato al fronte dal Generale, le sue posate da campo, una siringa con astuccio firmato in basso di suo pugno, il sigillo con corona ducale, il suo elmo regolamentare, la targa originale di una vettura usata del Generale accompagnata da una foto di Diaz di fronte alla medesima vettura così targata, la grande foto della Regina Margherita con dedica commovente al Generale: “una Italiana riconoscente” e un’altra più piccola, posteriore, dedicata a sua moglie Sarah: “dalla Sua affezionatissima cugina” per via del Collare dell’Annunziata concesso a Diaz e che generava cuginanza reale, una sua foto con dedica affettuosa al figlio: “a Marcello, il suo papà”, e un’altra foto di Diaz dedicata al Generale Gonzaga, data in prestito dal nipote P.pe Don Maurizio Gonzaga del Vodice e tanti altri.

Dopo le esaustive parole di presentazione della figura del Generale Diaz fatta dal Generale Fulvio Poli dell’Ufficio Storico dell’Esercito, seguite da quelle di commosso ringraziamento pronunciate dal pronipote del Generale, P.pe Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini che ha fortemente sostenuto l’iniziativa con lodevole passione, il Curatore della Mostra, Prof. Fabio Cassani Pironti, Conte di Giraldeli, Segretario del “Comitato Nazionale per le celebrazioni del Generale Armando Diaz nel Centenario della Vittoria”, ha efficacemente illustrato il perché del nome: “la Mostra s’intitola: Diaz, una stirpe di militari, perché la vicenda storica del Generale è il frutto delle sue capacità, della preparazione e delle circostanze — per dirla con Ortega y Gasset — che lo hanno portato alla Vittoria. Fra queste, vi è la sua storia familiare. Armando, Vittorio, nomen omen, era figlio di Ludovico, Ufficiale del Genio Navale e Direttore dell’Arsenale di Venezia; nipote di Antonio, Colonnello Commissario di guerra Ordinatore dell’Esercito borbonico, ufficio nel quale erano ascritte diverse delle attuali funzioni dello Stato Maggiore; infine, pronipote di Giuseppe, Ufficiale di Fanteria del Reggimento fiammingo Amberes, dato questo inedito. Quindi, geneticamente un soldato, se è vero il postulato di Theilhard de Chardin: Il passato rivela la struttura del futuro.

Il filo conduttore della Mostra è l’uomo Armando Diaz. Cimeli e documenti privati conservati dalla Famiglia, ci mostrano aspetti intimi della sua vita. Il solo fatto di averli tenuti con sé palesa l’importanza che egli dava loro. Insieme ad altri reperti provenienti da più parti e da amici che hanno voluto contribuire, possiamo leggere sembianze profonde di quell’uomo straordinario.”

Infine, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha pronunciato parole di alto apprezzamento per la singolare figura del suo illustre predecessore nell’incarico e, insieme con il Duca Armando Diaz della Vittoria, ha tagliato il nastro tricolore che ha formalmente inaugurato la mostra.

Erano presenti, inoltre, Don Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, secondogenito di del Duca Armando; il P.pe Don Maurizio Gonzaga del Vodice, nipote omonimo del Generale Maurizio Gonzaga e il Duca Don Paolo Badoglio di Addis Abeba, nipote del Generale Pietro Badoglio. Così, dopo 100 anni dalla vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto, hanno preso parte a questo straordinario evento, i nipoti di tre protagonisti della Grande Guerra: Diaz, Gonzaga e Badoglio.

Fra le tante prestigiose presenze ci limitiamo a citare soltanto il P.pe Carlo Massimo d’Arsoli figlio della P.ssa Maria Adelaide di Savoia, la C.ssa Milena von Rex Responsabile degli eventi del Gran Priorato di Roma dell’Ordine di Malta, la M.sa Marie-Grace Zamboni di Salerano Ambasciatrice d’Italia, il Dr. Mario Boffo Ambasciatore d’Italia, il Cav. Michele Tuccimei, Nobile di Sezze, il B.ne Mario Okely, il Nob. Andrea Marini del TG Regione che ha realizzato un magnifico servizio televisivo, il Maestro Capitano Antonella Bona, Direttore della Banda dell’Esercito che il mese precedente aveva magistralmente condotto il “Concerto della Vittoria”, tenutosi nel Casino dell’Aurora Pallavicini, evento che ha dato inizio alle celebrazioni diaziane nel centenario della vittoria.

Con un vino d’onore, si è conclusa una giornata che ha segnato noi tutti, nell’orgoglio dell’Italia vincitrice. Immediatamente il pensiero è andato alla memoria dei tanti militari caduti, che sotto il comando di Armando Diaz Duca della Vittoria, hanno fatto si che ... i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalissero in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

(Antonino Lazzarino de Lorenzo)

Paolo Trotta