Silvia Giulietti produttrice e regista indipendente italiana di cinema, gia’ premiata in Brasile al FicFestival di Brasilia (2007) con il documentario “Gli Angeli Nascosti di Luchino Visconti” ha unimportante e lungo curriculum realizzato lavorando con i grandi maestri del cinema italiano.
Nello scorso Novembre 2017 durante la 12esima edizione della Festa del Cinema di Roma éstato presentato il capolavoro restaurato in 4 K del film “Sacco e Vanzetti” in collaborazione conUnidis Jolly Film, Cineteca di Bologna, Istituto Luce-Cinecittá e Rai Cinema, diretto nel 1971da Giuliano Montaldo e interpretato indimenticabilmente da Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciola, a 90 anni dall’esecuzione dei due anarchici italiani avvenuta il 23 agosto 1927, e a 50 anni dalla loro riabilitazione giudiziaria, quando ogni onta sulla loro memoria venne cancellata per decreto.
Insieme alla versione restaurata del film é stato anche presentato in prima visione il documentario “La Morte Legale: Giuliano Montaldo racconta la genesi del film Sacco e Vanzetti” di Silvia Giulietti e Giotto Barbieri, prodotto da iFrame e Archivio Enrico Appetito, acquistato da RAI CINEMA per la TV e CINECITTA’ LUCE per l’Home Video. Sará proposto prossimamente alle scuole pubbliche italiane in uno speciale progetto didattico ed agl’Istituti di Cultura Italiani nel mondo.
All’evento presentato all’Auditorium del Parco della Musica a Roma, alla presenza del regista Giuliano Montaldo, del Maestro Ennio Morricone, autore insieme alla cantante Joan Baez, della famosa colonna sonora del film che include il brano-inno “Here’s to you”, c’e’ stato l’intervento di Amnesty International partner del progetto che ha descritto il proprio impegno per l’abolizione della pena di morte nel mondo, a partire dall’adozione della Dichiarazione di Stoccolma, il primo manifesto abolizionista internazionale, emanato nel 1977.

INTERVISTA

D. Molti dei suoi lavori come produttrice e regista indipendente vertono sui grandi del cinema italiano del passato, da cosa nasce questa scelta di racconto.

La mia origine professionale risale al 1980 nel reparto degli operatori con il maestro delle luci Armando Nannuzzi, direttore della fotografia di Pasolini, Visconti, Zeffirelli e tanti altri maestri del cinema italiano. Ho lavorato con lui per oltre vent’anni e ho potuto osservare le dinamiche del cinema da “dentro” dietro la macchina da presa. Il contorno artistico e culturale di quei set erano di livello altissimo e trovandomi coinvolta in tali situazioni ho potuto osservare con un sguardo diverso sviluppando oggi una vena di narrazione che esamina e racconta situazioni legate al lavoro dei grandi maestri e i loro collaboratori. Nascono così le mie storie legate ai grandi film, ai grandi personaggi, gli attori, le maestranze e le storie di tutti i giorni che intessono la trama dei capolavori del cinema italiano. Ci metto del mio, i miei sentimenti, le mie osservazioni, i miei punti di vista, ma li faccio raccontare dai testimoni che, coralmente, ne fanno un inno alla settima arte. Avendola vissuta in prima persona, e mi ritengo fortunata per questo, mi è rimasto il dolce ricordo di un cinema che ora non c’è più, e mi piace raccontarlo soprattuto ai giovani, per ricordare che i grandi maestri vanno presi ad esempio, sono fonte di ispirazione, non solo per tematiche o per tecnica, ma come maestri di vita.

D. Come é nata l’idea di fare un documentario su un film storico, quello di Giuliano Montaldo “Sacco e Vanzetti”.

Giuliano Montaldo è uno dei maestri del cinema italiano con cui ho avuto l’onore di lavorare in due film, Gli occhiali d’oro e Il giorno prima, e con cui ho realizzato anni dopo in co-regia un documentario Salvare Procida. Conoscendolo così da vicino e avendo appreso da lui tanti insegnamenti, è nato, con Giotto Barbieri co-regista e co-autore insieme a me, il desiderio di voler raccontare i suoi capolavori e l’occasione degli anniversari ricorrenti di Sacco e Vanzetti, è stata imperdibile. Con Giotto abbiamo studiato tutto il periodo storico, abbiamo letto i libri più significativi e interpellato gli storici Luigi Botta e Lorenzo Tibaldo, i due più grandi esperti del caso. Poi i vari incontri con Montaldo ci hanno dato una linea precisa da percorrere: la genesi del film, che ci ha dato la possibilità di esplorare il caso in ogni sua piega, alternando il film alla realtà. Il nostro racconto è un viaggio storico, politico, professionale, ma sopratutto un viaggio umano, che parte negli anni ’20, attraversa gli anni ’70 ed arriva fino ai giorni d’oggi, toccando temi delicati come l’immigrazione, la tolleranza e la pena di morte, tematiche di grande attualità. La storia è un ciclo che si ripete nel tempo, non si deve dimenticare, la storia insegna: analizzare ilpassato per poter comprendere il presente. Il documentario non ha come centralità gli eventi storici, ma è il cinema a raccontare la storia. Le testimonianze dirette del maestro Montaldo, insieme a Ennio Morricone e tutti gli altri mettono in luce tutti gli aspetti: la preparazione, lo sviluppo, la sceneggiatura, la scelta degli attori, l’accoglienza del pubblico e l’influenza sui giovani. Un grande insegnamento. Abbiamo utilizzato le foto di set del film, dell’Archivio Enrico Appetito, con cui siamo in coproduzione, e i filmati d’epoca dell’Istituto Luce, British Pathè, Getty Image, ma il documento più prezioso è senz’altro il filmato originale del 1927 del funerale di Sacco e Vanzetti, a Boston. E’ stato ritrovato recentemente e finalmente riportato alla luce. Un documento eccezionale che rivede la luce dopo 90 anni. Giuliano Montaldo ha detto che questo documentario non è propriamente tale, ma lo considera un film per il cinema per l’emozione che riesce a scaturire. Devo dire che questa sua dichiarazione è molto più di un premio e detto da lui ci posso credere.

D. Il giorno 9 Maggio nell’ambito del XIII Film Festival organizzato dal Dams Università Roma Tre presso il Teatro Palladium di Roma verrá proiettato il suo documentario “La morte Legale” ed in seguito ci sará un master classes con il grande regista Giuliano Montaldo, cosa puó anticiparci dell’evento.

In realtà non si può anticipare nulla con Giuliano, che è sempre capace di sorprendere, con i suoi racconti e aneddoti che immediatamente diventano, raccontati da lui, mitologia. Mi aspetto però una grande affluenza dei giovani. Il suo intervento darà sicuramente quell’energia di cui lui è solito portatore, capace di scatenare nei giovani quell’amore che ha sempre dimostrato per il cinema. La fonte ispiratrice dei grandi maestri. In fondo è il tema che racconto sempre nei miei film. Sono sicura che colpirà gli animi e darà consigli alle nuove leve. Inoltre verrano proiettati alcuni spezzoni del film Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, dove Giuliano questa volta è attore. Un’interpretazione magistrale che gli ha fatto vincere il David di Donatello 2018 come Miglior Attore non protagonista. Maestro a tutto tondo direi.

D. Cosa puó dirci suoi prossimi progetti futuri….

Il mio scopo è quello di raccontare i grandi maestri e il rapporto con i loro allievi, come avveniva nelle antiche botteghe del passato. La storia ne è piena: i pittori e gli scultori italiani che hanno creato la storia della cultura italiana, fin dai tempi di Giotto, Michelangelo, Caravaggio e tanti altri. Questo è insegnamento che è applicabile ad ogni disciplina: identificare un maestro e costruire poi la propria coscienza artistica.
É già in programma la trilogia su Montaldo dei suoi film dedicati all’intolleranza : Gli occhiali d’oro del 1987, tratto dal romanzo omonimo di Giorgio Bassani e Gott mit uns ( Dio è con noi ) del 1970. A breve inizieremo a girare. Quindi i miei prossimi lavori saranno sempre su questi temi. Sto sviluppando anche un progetto su un’altro grande maestro Italiano di cui non posso parlarne ancora fino a che non sarà concluso il rapporto contrattuale. Ma sarà una grande sorpresa perché indirizzato ad un pubblico più esteso, questa volta, direi mondiale. Riserviamoci di parlarne appena potrò annunciare il progetto ufficialmente.
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