Mai come stavolta dubbi e perplessità in attesa del voto

Mancano solo un mese e una manciata di giorni e il dubbio che più angoscia tutti è a chi dare il voto alla prossima tornata elettorale. Il panorama è talmente incerto, che mai come questa volta esprimere la propria preferenza si annuncia un difficile esercizio. Le elezioni dominano la scena, moltiplicando dibattiti e talk show in cui la presenza dei politici cerca di ammaliare, con promesse vecchie e nuove, un elettore ormai stanco delle chiacchiere. A non incidere sulla fiducia popolare è anche la presentazione delle liste, che dimostra la perdita di credibilità da parte della politica, questo vale per tutti gli schieramenti nessuno escluso. Politici che passano da una parte all’altra, senza nessuna remora, animati solamente dalla caccia alla poltrona. L’icona di questa corsa è senza dubbio l’inossidabile Pierferdinando Casini, che candidato dal PD a Bologna non tradisce la sua antica anima democristiana. Per il resto il PD insiste sulla faccia d’angelo di Maria Elena Boschi punta di diamante del clan Renzi, capolista nel plurinominale per la Camera a Cremona, Guidonia, Marsala, Messina e Siracusa, città ben lontane dalla Toscana, e candidata nell'uninominale per Camera e Senato a Bolzano, dove al massimo forse sarà stata qualche volta a sciare. Davanti a questi fatti appare chiaro come la parola credibilità, in ambito politico sia un vocabolo privo di qualunque significato. Non va certamente meglio nelle altre coalizione dove la lega ha avuto il coraggio di candidare nientepopodimeno che Umberto Bossi, condannato a due anni e tre mesi per essersi appropriato di denaro dalle casse dello stato per fini personali e dove, lo slogan che inneggia alla famiglia tradizionale, dovrebbe trovare i suoi paladini nel trio Salvini, Meloni, Berlusconi, non esattamente i testimonial ideali per questi programmi. Ma la speranza del rinnovamento era tutta nelle mani dei 5 stelle, che accantonato Grillo completano lentamente il loro processo di trasformazione da movimento in partito tradizionale, come del resto era ampiamente prevedibile. Sono ormai lontani i tempi delle riunioni pizza e supplì, quando i 5 stelle si vantavano di restituire i soldi guadagnati come parlamentari trattenendo il minimo per se. Oggi le quote degli emolumenti restituiti si sono assottigliate di molto, ed inoltre gli adepti non possono più spendere il grido di “onestà – onesta’”, perché avvisi di garanzia e processi fanno ormai parte della loro agenda politica come per tutti gli altri partiti. Riguardo ai candidati, la solita lotteria del click sul web premierà quelli che hanno saputo aggregare più preferenze, indipendentemente da qualsiasi capacità professionale. Negli appuntamenti della campagna elettorale poi trapela già un’apertura verso alleanze con altri partiti, con i quali adesso hanno deciso di allearsi rottamando uno dei principi basilari su cui si fondava l’utopia dell’ex movimento, ormai partito (in tutti i sensi) al 100%. Con la loro trasformazione in progress, la credibilità politica di questo paese va definitivamente a farsi friggere. A proposito di fritture, la macchina del business non si ferma mai. Con la scopa della befana non ancora parcheggiata in garage, dal 7 gennaio in tutti i supermercati sono già spuntati bancali carichi di dolci tipici del carnevale. Frappe, chiacchiere e castagnole, in bella mostra vicino ai rimasugli sottocosto di pandori e panettoni. Un invito alla festa, per addolcire il clima e dimenticare per un attimo le amarezze di questo paese, vittima dell’ingordigia di una classe dirigente che non riesce mai a rinnovarsi. La decadenza della capitale da sensazione, conquista sempre più riferimenti materiali scoprendosi solida realtà. Le buche sono ormai ad un livello esagerato, un vero attentato per chi usa le due ruote e fa ormai lo stesso percorso tutti i giorni avendone memorizzato la mappa. Gli alberi si abbattono sull’asfalto ad intervalli regolari, trasformando una tranquilla passeggiata in una sorta di lotteria nel quale si spera di non essere estratti. Finalmente si è pensato che forse è il momento di fare qualcosa, anche se a volte in maniera dubbia come in Via della Villa di Lucina nel quartiere San Paolo. Lì sono state tagliate indistintamente tutte le robinie che orlavano la via, utilizzando i giardinieri come taglialegna e riducendo la strada a due lunghe file di moncherini. Una città dove chiunque si sente in diritto di accamparsi in ogni area verde disponibile, come i Rom a Montesacro, che hanno costruito per l’ennesima volta la loro baraccopoli sulle sponde del fiume Aniene nel bel mezzo del quartiere, omaggiando tutte le sere i residenti con i fumi dei loro roghi tossici di materiale plastico, che investono anche le aree dedicate ai bambini comprese nella pista ciclabile adiacente. Chiaramente il tutto nella più totale indifferenza da parte delle autorità e dei vigili, che invece sfogano la loro intransigenza, multando cavillosamente le macchine dei cittadini parcheggiate a pochi metri da lì. In mezzo a questo però anche una bella notizia che riguarda il report sui livelli di smog nelle città italiane. Tra le 39 città fuorilegge per valori di inquinamento delle polveri sottili superiori alla norma, Roma fortunatamente non c’è. E meno male che poi c’è anche il sole, capace di mascherare tutte le magagne di questa meravigliosa città. Come un provvidenziale maquillage, che aiuta una signora un po’ attempata a rendersi sempre bella in pubblico. In quest’inverno soltanto nominale, le giornate si susseguono all’insegna del bel tempo, facendo innamorare di nuovo ogni volta tutti i romani che passano per il centro e che davanti a tanta bellezza, per un attimo, dimenticano come a volte sia pesante e difficile vivere in un posto come questo. L’offerta culturale è come sempre ampia ed in grado di soddisfare ogni tipo di interesse. Questo mese da segnalare la mostra “Costruire l’impero creare l’Europa” che celebra l’imperatore Traiano nella ricorrenza della sua morte avvenuta 1900 anni fa, allestita nei mercati omonimi che rappresentano forse la forma primigenia di Centro Commerciale. Saltando da tutt’altra parte al Macro è iniziata la mostra “The Pink Floyd Exhibition”, che ripercorre attraverso testimonianze e contributi unici, la parabola della straordinaria band Inglese che ha segnato la storia della musica moderna.

di Bruno Fulco