La tragica esplosione nella centrale idroelettrica dell’Enel Green Power di Bargi, nel bacino di Suviana, avvenuta il 9 aprile scorso, conta un pesante tributo di vite: allo stato attuale, sei morti, un disperso e cinque feriti. L’alacre intervento dei vigili del fuoco, con l’ausilio di sommozzatori costretti a tastare nel buio, è reso difficoltoso dalla profondità dei sotterranei (il piano meno 8 in macerie e quello meno 9 allagato) dov’è avvenuta la deflagrazione. L’opera di recupero è disperatamente febbrile e continua.

   Ecco un pezzo sul luogo della sciagura quale supporto informativo in più...

 

Il lago artificiale di Suviana, “pompa” d’energia elettrica per la “Direttissima”

Il “mare di Bologna”, figlio della diga realizzata dalle Ferrovie dello Stato

 

   Lago di Suviana (Bologna) - È un colpo d’occhio vincente quello che si fa largo tra dolci crinali dell’Appennino bolognese e costituisce il lago artificiale di Suviana, a 470 m s.l.m.

   Nonostante abbia dimensioni relative (una superficie pari a 1,5 km², una lunghezza di 3 km ed una larghezza massima di 1,2 km), contagia per la sua quiete rilassante ed invita a soffermarsi anche più del dovuto a rimirarlo per intero da una favorevole posizione.

   Si tratta del “risultato idrico” d’una diga, alta 91,5 metri, costruita tra il 1928 ed il 1932. L’incavo risultato s’alimenta soprattutto, in funzione d’immissario e d’emissario, con le acque del torrente Limentra orientale (o Limentra inferiore) che scorre del tutto nel Bolognese. Il lago è diviso tra i comuni di Camugnano (a nord-est) e di Castel di Casio (a nord-ovest), con i paesi di Suviana, Badi, Bargi e Stagno a ridosso delle sue rive. Costituisce il maggior specchio d’acqua della provincia di Bologna ed uno dei più vasti dell’Emilia Romagna.

   La diga di Suviana (che originò il lago omonimo) sorse per opera delle Ferrovie dello Stato che avevano necessità di far funzionare con le acque una centrale idroelettrica ancora presente a valle della diga stessa.

   L’energia prodotta era indispensabile alla “Direttissima”, la linea ferroviaria Bologna-Firenze aperta nel 1934. La centrale è dotata d’una potenza efficiente lorda pari a 26720 kW ed utilizza non solo le acque del Suviana ma pure quelle del vicino, piccolo lago artificiale di Pàvana (dal nome della frazione del comune sparso di Sambuca Pistoiese), nell’Appennino tosco-emiliano, a sua volta realizzato dalle Ferrovie dello Stato nel 1925 con una diga alta 54 m. I due laghi di Suviana e Pàvana sono connessi tra loro da voluminosi tubi.

   Negli Anni Settanta del secolo scorso, poi, l’Enel (Ente nazionale per l’energia elettrica) realizzò un’altra centrale a monte, con immissione idrica anche dal sovrastante lago artificiale del Brasimone (o bacino del Brasimone o delle Scalere), sorto nell’Appennino bolognese tra l’inizio del Novecento ed il 1911. I laghi di Suviana e di Brasimone, a loro volta, contano su una conduttura di congiunzione che si serve del dislivello tra le due conche di circa 380 m.

   Come ho potuto evidenziare personalmente con una foto (in cui appaiono vele naviganti sull’acqua), il lago di Suviana non contribuisce solo alla produzione d’energia idroelettrica. Grazie anche alla sua posizione “di diritto” nel Parco regionale dei laghi Suviana e Brasimone, è frequentato da cultori di sports acquatici e dai patiti della balneazione… alternativa. Con strutture ed attrezzature turistico-agonistiche che ne fanno una sorta di “mare di Bologna”, anche se non proprio… sotto casa…

 

Claudio Beccalossi

 

  

   Il lago artificiale di Suviana, con la centrale idroelettrica dov’è avvenuta la drammatica esplosione (foto di luglio 1987).

   Una caratteristica casa rurale della zona.

   Scorci dell’Appennino bolognese.