La Camera dei deputati “vista da vicino”

 

   Roma - Visita alla Camera dei deputati del sottoscritto, accompagnato dal figlio Alessandro, su invito ed accoglienza dell’on. Marco Padovani (Verona, 25 marzo 1959) di Fratelli d’Italia, con il quale è instaurato da tempo un proficuo rapporto d’amicizia e di collaborazione.

   Il deputato, già più volte assessore in giunte di centro-destra del Comune di Verona, ha fatto da guida negli ampi saloni pregni di barocco romano e di storia patria del Palazzo Montecitorio, iniziato nel 1653 su commissione a Gian Lorenzo Bernini  (Napoli, 7 dicembre 1598 - Roma, 28 novembre 1680, architetto, urbanista, scultore, pittore, scenografo, commediografo), come residenza della famiglia Ludovisi, da parte di papa Innocenzo X (al secolo Giovanni Battista Pamphilj, Roma, 6 maggio 1574 - Roma, 7 gennaio 1655, al soglio pontificio tra il 1644 e la sua morte) e terminato da Carlo Fontana (Rancate, nell’odierno Canton Ticino, 22 aprile 1638 - Roma, 5 febbraio 1714, architetto, ingegnere e scultore), sotto il papato di Innocenzo XII (in condizione secolare Antonio Pignatelli, Spinazzola, ora provincia di Barletta-Andria-Trani, 13 marzo 1615 - Roma, 27 settembre 1700).

 

Da sin.: Alessandro Beccalossi, l´on. Marco Padovani e Claudio Beccalossi

 

   Operativa dal 1871, dopo lo spostamento della capitale del Regno d’Italia da Firenze a Roma, Montecitorio è pure sede del Parlamento in seduta comune, cioè quando devono riunirsi assieme deputati e senatori.

   Al seguito dell’on. Padovani, dopo esserci sottoposti al controllo di sicurezza ed aver consegnato alla reception i documenti d’identità per i badge da visitatori, abbiamo potuto visionare e percorrere gli ambiti più noti e rappresentativi del primo piano dell’imponente edificio, dove vige il divieto di far fotografie. Dalla buvette (definita impropriamente “bar della politica”) al Transatlantico (elegante salone rettangolare in stile liberty, punto d’incontro tra deputati, chiamato così per il suo arredamento similare a quello delle navi transoceaniche) ed ai vari uffici di servizio (barberia, postale, di viaggi, bancario).

   Alle pareti d’uno dei lunghi corridoi sono appese le foto di tutti gli ex presidenti della Camera dei deputati mentre, in una sala dedicata alla componente femminile (Sala delle donne), trovano posto le immagini di quante hanno raggiunto vertici istituzionali di prestigio, ultima delle quali Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio dei ministri donna.

   Particolarmente sfarzosa è apparsa la denominata in precedenza Sala Gialla, poi intitolata all’on. Aldo Moro, sequestrato dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 ed ucciso dai terroristi il 9 maggio successivo. Il suo busto in un angolo ricorda l’illustre statista.

   Interessante è stato l’accesso alla balconata sull’alveo della Camera dove, in obbligatorio silenzio, si può assistere ai lavori, senza esternare alcun gesto d’approvazione o dissenso. Al momento l’aula era pressoché deserta (dicono che il lunedì sia un giorno “morto”), con il presidente Lorenzo Fontana (Verona, 10 aprile 1980) a tenere la 264^ seduta pubblica della XIX Legislatura.

   Il parlamentare veronese, tra l’altro, ha voluto mostrare anche lo spazio al secondo piano dove si riunisce la IV Commissione permanente Difesa (di cui fa parte dal 9 novembre 2022) presieduta dal leghista Antonino Minardo e con vicepresidenti Monica Ciaburro (Fratelli d’Italia) e Piero Fassino (Partito democratico).

   La conseguente pausa ha permesso di pranzare nell’elegante ristorante interno dove s’è poi seduta, assieme ad altre colleghe o collaboratrici, anche l’on. Anna Ascani (Città di Castello, Perugia, 17 ottobre 1987) del Partito democratico, a sua volta componente della IV Commissione Difesa nonché vicepresidente della Camera dei deputati. Dopo il momento conviviale, abbiamo rifatto il percorso a ritroso verso l’uscita, soffermandoci di tanto in tanto per ulteriori descrizioni ed imbattendoci nell’on. Giorgio Mulè (Caltanissetta, 25 aprile 1968) di Forza Italia, altro membro della IV Commissione Difesa e pure lui vicepresidente della Camera.

   Dopo aver riconsegnato i badge e riavute le carte d’identità, siamo usciti su piazza di Monte Citorio (così cita la targa marmorea), fermandoci ad osservar meglio la severa facciata del palazzo, uno dei simboli del potere italiano non solo politico tra ieri ed oggi, già sede di organismi dell’amministrazione papale: la Curia Pontificia (nota a lungo quale Curia Innocenziana, da papa Innocenzo XII) ed il dazio. Il sito fu anche collocazione del Governatorato di Roma e della direzione di polizia sempre dell’autorità pontificia.

   La visita alla Camera dei deputati è servita, inoltre, come ha scritto lo stesso on. Padovani su Instagram annotando la nostra presenza e postando foto con gli ospiti, “per approfondire tematiche legate al territorio scaligero e per condividere visioni sul futuro della nostra splendida città”. In programma, infatti, ci sono ulteriori incontri, con progettualità d’interesse pubblico, dai caratteri sociale, culturale e formativo.

 

Claudio Beccalossi