La Repubblica del Click e dell’Audience

 

 

Il freddo a Roma è già un ricordo; per la pioggia, invece, fortunatamente il discorso è diverso. Sì, è vero, è una scocciatura per mille motivi primo tra tutti il traffico impazzito sin dalle prime ore del mattino, che rende la città una giungla di macchine da cui si trova salvezza solo rincasando la sera.

 

Ma è un disturbo necessario da sopportare, perché non avere piogge d’inverno può essere un sollievo che si trasforma in catastrofe nei mesi estivi. Eppure si ha paura delle piogge, ma non tanto per i disagi di cui sopra ma per l’arretratezza organizzativa e l’incapacità di questo stato nella prevenzione e nella gestione del territorio. Un’ansia che mette in allarme i cittadini di vaste zone d’Italia quando il meteo annuncia fenomeni atmosferici appena superiori alla media.

 

È incredibile dover aver paura di una cosa fondamentale per la nostra vita eppure è così, ed è una delle grandi contraddizioni di questo paese del “vorrei ma non posso”. L’acqua è anche una risorsa vitale imprescindibile per un’agricoltura sempre più in sofferenza e in questo comparto un capitolo a sé è quello che riguarda la viticoltura, eccellenza Italiana nel mondo oltre che rappresentare una voce importantissima dell’export.

 

Premesso prima di ogni altro discorso che il bere deve essere limitato e consapevole e premesso pure che i consumatori vanno tutelati sotto tutti i punti di vista, ha fatto scalpore l’attacco frontale di Rai 3 con la trasmissione Report dedicata al mondo del vino, sembrata quasi incentrato sulla ricerca di audience.

 

Dai contenuti usciti dalla trasmissione è rimasto evidente un marcato discredito sulla quasi totalità del mondo del vino. Si è parlato di tecnicismi in maniera grossolana e incompleta, soprattutto nell’uso dei lieviti con il risultato che lo spettatore medio, che di queste cose non ha grosse competenze, è stato indotto a pensare che il vino in commercio è per lo più una porcheria ottenuta con chissà quali artefici, insomma un grosso inganno per i consumatori.

 

Li hanno definiti “piccoli chimici” infangando il nome di migliaia di produttori italiani che con passione, impegno e sacrificio portano avanti una grande tradizione della cultura italiana, accumunandoli a quelle pecore nere che ci sono in tutte le categorie e che non fanno bene il proprio lavoro.

 

Meno male che nella seconda puntata di questa pseudo inchiesta è stato intervistato Riccardo Cotarella, Enologo di fama internazionale che segue più di 100 Aziende in Italia e nel mondo, nonché presidente di Assoenologi. Senza nemmeno scomporsi ha risposto in maniera esaustiva a ogni domanda posta in maniera pretenziosa, smontando una ad una la montagna di imprecisioni e notizie infondate sparate nell’etere a casaccio, specie sui lieviti.

 

Un’occasione persa da parte di Report per fare un’inchiesta seria sul mondo del vino. Si poteva parlare di mille aspetti, non ultimo quello delle frodi alimentari e di come aumentare il controllo di qualità da parte dei Nas e di tutti gli organismi preposti.

 

Si sarebbe dato così il proprio contributo ad un fiore all’occhiello della tradizione e dell’economia italiana, ma è prevalsa invece quella voglia di puntare al clamore e all’audience così tipica di tanto giornalismo dei tempi nostri.

 

A proposito di clamore non si può più andare sul web o accendere la tv senza essere invasi da aggiornamenti sul mondo di Chiara Ferragni, l’influencer che fino a qualche mese fa aveva in pugno il mondo intero ed ora lo vede sfuggirgli via come sabbia tra le dita.

 

Senza entrare nel merito dei fatti, delle colpe, delle relazioni familiari, del business ecc. quello che balza agli occhi è la povertà di questa società, in cui il valore umano della persona passa dalla polvere all’altare legato a mere questioni economiche. Qui non si vuole ne difendere ne attaccare la malcapitata, ma semplicemente constatare come questo mondo virtuale sia fatto di falsi legami tra le persone.

 

Stima fittizia dovuta solo al numero di “follower” e a quanti “click” riesci a generare sui social, senza vedere in quale modo che quello non è poi troppo importante. Un gioco in cui lei stessa ha recitato un ruolo da protagonista accettandone in toto tutte le regole. Le stesse che però poi se inciampi ti si ritorcono contro, generando sulla tua pelle “click” e follower che ingrassano la visibilità di altri che siano giornali, trasmissioni tv, “colleghi” blogger o altro. Come a dire chi di Click ferisce di Click perisce. Tristezza umana.

 

Tristezza umana anche quella dei cani che sbranano le persone, dove la tristezza sta negli umani che non riescono a capire la responsabilità che comporta gestire un’animale. Solo negli ultimi 15 giorni tre rottweiler scappati da un’abitazione hanno ucciso e sbranato Paolo Pasqualini 39 anni, ragazzo colpevole solo di fare jogging nel bosco di Manziana alle porte di Roma.

 

Poi è stata la volta di una bambina di due anni azzannata dai cani pastore tedesco della nonna 65 enne, con cui stava giocando come tante altre mattine e che conosceva dalla nascita, ma che invece l’hanno aggredita insieme alla nonna. Ferita al volto e alla testa la bimba è finita in terapia intensiva in condizioni gravissime. La nonna invece è ancora ricoverata in ospedale e lotta per non perdere un braccio.

 

Sempre a Roma proprio ieri si è sfiorata ancora la tragedia quando in un giardino condominiale un altro rottweiler è sfuggito alla padrona, avventandosi su un'altra ragazza 16 enne che si è frapposta tra lui ed il suo cane di piccola taglia, provocandole una ferita da 50 punti di sutura medicata prontamente in ospedale grazie all’intervento del 118.

 

Qual è la morale? o i cani romani sono tutti impazziti oppure forse bisogna volgere lo sguardo ai loro padroni ed all’irresponsabilità nel gestire animali di questo genere che ricordiamolo pure, sono i migliori amici dell’uomo, sono tanto carini e tanto belli, fanno tanta compagnia ecc. ecc. ma prima di tutto sono animali pericolosi, e vanno gestiti come si deve.

 

Bestie che nel loro cervello hanno istinti atavici impossibili da sopprimere e che possono uscire fuori in ogni momento, e che gli orgogliosi padroni, a volte al limite del fanatismo, non possono ignorare trattandoli quasi alla pari delle persone con la presunzione di educare l’ineducabile.

 

A tal proposito è illuminante quello che spiega Cinzia Signoretti, educatrice cinofila intervistata da Canale 10 e che sicuramente non è nemica dei cani: “Proprio il rottweiler è un cane che viene dal Mastino tibetano, un animale da guardia per eccellenza, territoriale e possessivo e per tenerlo occorre un’educazione molto precisa, in troppi casi questi animali scappano e sfuggono al controllo in ambienti cittadini e qualcosa va fatto per evitare altri episodi”.

 

Stavolta tralasciamo la politica accennando solamente alla sconfitta del centro destra alle regionali di Sardegna, dove ha avuto la meglio sul filo di lana il candidato della coalizione M5s e Pd. Un segnale di opposizione reale, utile stimolo per il governo e per Giorgia Meloni ultimamente un po’ appesantita dalla centralità del suo ruolo. Un monito sul fatto che il concetto di “una donna sola al comando” non funziona, e che è forse meglio dialogare di più con la sua parte politica evitando scaramucce a partire dalla scelta dei candidati.

 

Per chi passa da queste parti a Palazzo Braschi c’è “Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone”. Centocinquanta capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l’Ottocento, un focus su quello che è stato il filone artistico più innovativo del tempo e internazionalmente ancora oggi influente: l'ukiyoe. Letteralmente traducibile come “immagini del mondo fluttuante”. Un invito a liberare la fantasia dal quotidiano.