L’amaro destino d’uno tra i più prestigiosi alberghi di Sanremo

 

GRANDEUR ET DÉCLIN DELL’HÔTEL “ASTORIA WEST END”

 

Servizio e foto di Claudio Beccalossi

 

Sanremo (Imperia) – Dalle stelle alle stalle, come altri illustri “colleghi” ricettivi della Cittadina dei Fiori, dalla decadenza gloriosa ma pur sempre decadenza. Ne sa qualcosa l’ampio complesso, con tanto di palme e giardino (inselvatichito), che si lascia guardare da perplessi curiosi occasionali in corso Matuzia 8, alla Foce, abbandonato a se stesso (ed a chissà chi altri abusivi), con finestre e porte sventrate, “vittima” di fallimenti e tentativi di rilancio che si sono alternati quasi con dilettantesche incapacità o sbruffone velleità, nel tentativo di rimetterlo in piedi “riciclato” sia in albergo che in appartamenti (ovvero, residenza turistico-alberghiera, con 75 unità immobiliari, centro benessere e ristorante).

Si tratta dell’Hôtel “Astoria West End”, gioiello della Belle Époque, la cui massiccia presenza incombente sulla Riviera dei Fiori testimonia tempi ben più orgogliosamente vissuti, dall’eleganza e dal prestigio come da noblesse oblige.

Edificato nel 1875 (stando ad una fonte) o nel 1882 (secondo altre citazioni), accolse soprattutto nobili e diplomatici europei fino agli Anni Trenta del secolo scorso. Dai successivi primi Anni Cinquanta andò d’amore e d’accordo con l’avvento “coraggioso” del Festival della canzone italiana, ospitando divi canori (e… dintorni) dell’epoca e non disdegnò certo la fedele clientela del Casinò in cerca, viziosa o meno, di colpi grossi, magari anche solo per spirito di rivalsa contro il destino dispettoso al gioco. Il grande Vittorio De Sica (attore, regista, sceneggiatore, Sora, Frosinone, 7 luglio 1901 – Neuilly-sur-Seine, France/Francia, 13 novembre 1974), accanito frequentatore dei tavoli verdi, era un habitué dell’Hôtel “Astoria West End” e, per scaramanzia, prenotava sempre la stessa camera con caminetto che voleva acceso perfino d’estate.

Costruito in stile Impero e con decorazioni Liberty degli interni, l’albergo a 4 stelle aveva 225 posti letto e, fino alla sua chiusura nel 2004, era dotato di piscina all’aperto a tre vasche, vasto giardino con vegetazione mediterranea, american bar, ristorante in piscina (“La Terrazza”), due ristoranti interni (la “Sala degli arazzi” ed il “Salone delle feste”), sale lettura, tivù e centro congressi con sale polivalenti ed attrezzature per meeting.

Considerato “un affarone” nel giro immobiliare (con professionisti-speculatori marginalmente interessati al valore storico-sociale dell’hôtel) e dopo essere stato coinvolto nella procedura fallimentare della “Logam” Srl di Moncalieri (Torino), struttura ed annessi sono stati venduti tramite aggiudicazione all’asta per una cifra pari a circa 6,8 milioni di euro.

Che sia, finalmente, il primo passo concreto verso una plausibile resurrezione nel rispetto del passato?

 

Nelle foto: le deprimenti condizioni attuali dell’Hôtel “Astoria West End” (foto dell’8 agosto 2020).