Temete l´ira dei giusti!

Nuovo braccio di ferro tra il governo e le Ong.

Caso Sea Watch: manovra pirata, "schiacciata" una motovedetta e arrestata la "capitana". 

Bene, la musica continua… la Chiesa e la Sinistra ce la cantano pro accoglimenti, mentre il Governo ce la suona pro respingimenti.

E noi? A sorbirci questo stancante quanto inutile canto e controcanto.

Già le prediche nelle chiese non fanno che ripetere  esortazioni da manifesto funebre: “non fiori, ma opere di bene”, adattate per l’occasione in “non muri, ma ponti”.

Manca solo una solenne processione, come quella che si svolgeva a Roma, sin dai tempi di Papa Liberio, che rappresentava l’edizione cristiana di una processione pagana realizzata come rito propiziatorio per le buone messi, adattata, oggi, a rito propiziatorio per la buona accoglienza dei migranti.

Anche se, ad essere sinceri, non tutte le parrocchie cantano allo stesso modo. Infatti, tanto per citare un caso tra tanti, Monsignor Luigi Negri, Vescovo di Ferrara, si scaglia contro le politiche di immigrazione che ignorano gli italiani. 

Fatto sta che gli Italiani si sono stancati di accogliere gente da ogni dove (bisognosa e non) – al di fuori delle loro possibilità e doveri - e di essere lo zimbello dei partner europei, che li obbligano a fare da centro di raccolta di mezza Africa e non solo.

Che l’Europa si svegli, che il trattato di Dublino sia riformulato adattandolo ai tempi e alle circostanze! L’Italia ha molti problemi urgenti da risolvere e non può vivere assillata, principalmente, da quello migratorio.

Situazione: un’economia al ristagno; un debito pubblico di quasi 15 miliardi di euro; disoccupazione e povertà preoccupanti e - fatto grave - ANM in tilt con CSM a rischio, a causa del recente scandalo provocato dall’inchiesta di Perugia.

La fiducia nella magistratura cade ai minimi storici: solo un italiano su tre dichiara di aver fiducia nella stessa. 

Un sondaggio evidenzia come ci sia il serio rischio che la credibilità della Giustizia venga meno e che qualsiasi attività giudiziaria futura possa essere screditata dal giudizio della collettività.

V’è di più, dopo lo scandalo Palamara & Co., “quadro sconcertante e inaccettabile” - così definito dal presidente Mattarella - nessuno è finito in carcere.

“Quod licet Jovi non licet bovi”, sarebbe il caso di dire, ovvero la filosofia beccariana (Dei delitti e delle pene) appare non essere valida per tutti, quasi a volerci ricordare che “i controllori non vanno controllati”.

Il cittadino comune si chiede: se un siffatto scandalo avesse colpito il Parlamento o il Governo, chi si sarebbe salvato? Tra carcerazioni preventive e arresti domiciliari, certamente nessuno!

Evidentemente più di qualcosa non va nella nostra Italia: i poteri dello Stato vacillano e, se così è, finiamola di essere autolesionisti e mettiamo la casa in ordine!

Per svegliarci dall’ipnosi e attaccare la spina della nostra autostima non è complicato: dobbiamo semplicemente renderci conto che le cose, così come sono, non possono continuare e che il farci imporre costantemente le altrui regole e ingiustizie, senza reagire, può causare il nostro annientamento.

Secondo uno studio effettuato dal Dipartimento di Neuroscienze Cliniche del Karolinska Institute in Stoccolma, reagire alle ingiustizie è caratteristica precipua dell’essere umano.

Rammenta un adagio: "Saggio è colui che sa quando dire basta". E noi, con certezza, non siamo un popolo di scemi!

G.&G.Arnò