Enrico Montesano, alias Felice Allegria e l´autografo

Montesano (al centro) tra Gigi Proietti e Francesco De Rosa in un fotogramma del film cult “Febbre da cavallo”.

 

“N’APOCALISSE!”. PER UN AUTOGRAFO

D’ENRICO MONTESANO

 

di Claudio Beccalossi

 

Verona Ho “conquistato” il suo autografo, scritto in fretta, in un’incerta data del 1972 (o del ’73), nella ressa del dopo partita benefica della Nazionale di Calcio Attori e Cantanti disputata nello stadio “Marcantonio Bentegodi” di Verona. Si trattava della firma (più che altro, uno scarabocchio in fretta) d’un comico-vulcanico ormai consacrato alla fama dopo i suoi esordi alla Rai, in televisione ed alla radio. Del mio frammento faccia a faccia con Enrico Montesano (Roma, 7 giugno 1945) ricordo il suo sorriso aperto, i capelli scarmigliati, l’entusiasmo quasi infantile nel trovarsi circondato da tanta gente che l’avrebbe voluto interpretasse per pochi attimi esclusivi il suo personaggio-cult d’allora, Felice Allegria, con l’immancabile esclamazione conclusiva: «N’apocalisse!»... “N’apocalisse!”, come quella che nell’occasione lo cingeva… d’assedio, agitata da ammiratori e curiosi che si spingevano l’un l’altro nel tentativo d’andargli a tiro.

“L’attore nel film “Piedipiatti” (regia di Carlo Vanzina, 1991)

Montesano spazia dal 1966 tra teatro, televisione, radio e cinema dando prove egregie come attore, comico, cantante, sceneggiatore, conduttore televisivo e regista, concedendosi anche il “lusso”, essendo di tendenze socialiste libertarie, d’intrufolarsi in politica. Infatti, dalle elezioni politiche del 1976 fino all’inizio degli Anni Novanta del secolo scorso, è stato “megafono” e testimonial del Partito socialista italiano venendo poi eletto consigliere comunale del Partito democratico della Sinistra a Roma (1993-1995) ed eurodeputato nel Gruppo socialista europeo (1994-1996) dimettendosi prima di maturare il vitalizio. Avvicinatosi all’altra parte della “barricata”, il centrodestra, ha familiarizzato con Alleanza Nazionale ed Il Popolo delle Libertà prima d’aderire, nel 2009, al Movimento Libertario e di cedere al colpo di fulmine, nel 2013, per un altro Movimento, quello dei 5 Stelle.

La sua produzione artistica è particolarmente copiosa e continua, quasi a… spron battuto: il suo palmarès conta 62 films, 6 miniserie e films per la televisione, 28 spettacoli teatrali, 12 programmi tivù, 2 alla radio, 3 opere letterarie (“Siamo nati per soffrire. E ci siamo riusciti”, Kowalski Editore, marchio Feltrinelli, Milano, 2003; “Un alibi di scorta”, Gremese Editore, Roma, 2011; “Confesso. Vita semiseria di un comico malinconico”, Edizioni Piemme, Segrate, Milano, 2015); 9 33 giri e 13 45 giri (su uno od ambedue i lati).

Il percorso professionale di Montesano è stato intervallato anche da premi prestigiosi tra cui David di Donatello: lo Speciale nel 1977 “per suo passaggio dal piccolo al grande schermo”; un secondo Speciale nel 1980 per le sue interpretazioni nei films “Aragosta a colazione, “Il ladrone e “Qua la mano”; un terzo David di Donatello ed un Nastro d’Argento nel 1986 quale miglior regista esordiente con “A me mi piace”; un Premio Alitalia al David di Donatello 1991.

Alcuni programmi televisivi con Enrico “padrone di casa” hanno scosso sonnolenti schemi, tipo “Quantunque io” (varietà comico in quattro puntate con Romolo Siena regista, trasmesso sulla seconda rete della Rai dal 6 al 27 marzo 1977) e la nona edizione della trasmissione del sabato sera “Fantastico”, nel 1988, accanto ad Anna Oxa, che vanta il record dell’audience (12 milioni di spettatori di media, con punte superiori a 14) e di vendita di biglietti dell’abbinata Lotteria Italia.

Inoltre, hanno assunto la dimensione di… fenomeni di costume cinematografico, ormai veri e propri cult, certe pellicole con Montesano in panni comico-vincenti, quali l’interpretazione di “er Pomata” nell’ormai celeberrimo film “Febbre da cavallo”, diretto da Steno (1976), “Le braghe del padrone” di Flavio Mogherini, 1978, “Grand Hotel Excelsior”, di Castellano e Pipolo, 1982, “Il conte Tacchia”, di Sergio Corbucci (1982), “I due carabinieri”, del co-interprete Carlo Verdone (1984, film campione di incassi e vincitore del Biglietto d’oro Agis, Associazione generale italiana dello spettacolo), “Il tenente dei carabinieri”, di Maurizio Ponzi”, 1986, “Grandi magazzini”, di Castellano e Pipolo, 1986, il sequel “Febbre da cavallo – La mandrakata”, di Carlo Vanzina, 2002.

È stata altrettanto fertile la sua vita sentimentale: un figlio con Marina Spadafora, tre con Tamara Moltrasio e due con Teresa Trisorio. Ne ha fatta di strada (e di discendenti) l’Enrico Montesano-Felice Allegria del mio effimero abboccamento con lui del quale mi resta, come… ricevuta e “prova”, il suo schizzo d’autografo.

 

Immagine 1 – L’autografo di Enrico Montesano.

Immagine 2 – Enrico Montesano, alias Felice Allegria.

Immagine 3 – Montesano (al centro) tra Gigi Proietti e Francesco De Rosa in un fotogramma del film cult “Febbre da cavallo”.

Immagine 4 – “L’attore nel film “Piedipiatti” (regia di Carlo Vanzina, 1991).