Che strana repubblica è la nostra? La domanda è legittima se si vogliono offrire ai lettori che ci hanno scritto, perplessi, spiegazioni sugli ultimi sconvolgenti accadimenti politici.

Repubblica presidenziale e parlamentare

Queste di cui sopra sono, in sostanza, le due forme di democrazia rappresentativa adottate dalla maggioranza dei Paesi democratici.

Nella r. presidenziale, chiaramente, ha la prevalenza il Presidente, che è capo dello Stato e del governo, nella r. parlamentare, invece, prevale il Parlamento, ma v´è dell´altro; a metà cammino tra l´una e l´altra esiste il sistema del semipresidenzialismo ( c.d. alla francese) vigente in Francia.

Nell´Italia, repubblica parlamentarista, il Parlamento, unico rappresentante della volontà popolare, accentra tutte le funzioni del governo.

La nomina del Presidente del Consiglio viene effettuata dal Capo dello Stato, dopo aver consultato i partiti che formano la maggioranza, per aver certezza che l´ Esecutivo godrà della fiducia delle Camere.

Il Presidente della Repubblica, in sostanza, ha il ruolo di garante della Costituzione. Super partes, egli vigila sulla Costituzione e sul suo adempimento, ma non è detentore di alcun potere dello Stato.

In questa realtà, s´inquadrano le rocambolesche vicende politiche italiane, degli ultimi giorni.

La questione più controversa riguarda la bocciatura di Savona a ministro dell´economia da parte del Presidente Mattarella. Un “niet”, a dir poco inusitato, che ha fatto saltare la quasi certezza di un governo lungamente e pazientemente concordato tra 5Stelle e Lega, con presidente incaricato Giuseppe Conte.

A questa débâcle, segue il nuovo incarico, da parte del Presidente Mattarella, a Carlo Cottarelli, che quasi sicuramente non riceverà la fiducia da parte di nessun gruppo parlamentare, per cui, potrà al massimo condurre il governo alle elezioni anticipate, alla fine dell´estate, o all´inizio dell´autunno, se non sorgeranno altri ripensamenti da parte del Capo dello Stato o da parte dell´attuale maggioranza parlamentare (Lega e M5Stelle).

Intanto, nel momento in cui scriviamo, lo spread Btp-Bund, impenna drasticamente (oltre 320 punti base per poi ritornare nella  norma), segno che la causa di ciò non ricade sulla formazione di una determinata squadra di governo, ma, piuttosto, sull´incertezza e sui lunghi tempi necessari a dotare il Paese di un valido governo.

Tornando al punto clou della crisi, Mattarella ha esorbitato dalle proprie competenze funzionali, bocciando Savona per le di lui idee antieuropeistiche, o lo ha bocciato, piuttosto, per creare una crisi che avrebbe impedito la formazione di un governo non in linea con i diktat europei?

Sulla legittimità dell´operato del Presidente Mattarella, si esprimeranno, oramai pro bono veritatis, visto che l´importanza del diniego presidenziale – dopo appena un giorno – è passata in secondo piano, gli eccelsi costituzionalisti, che nel nostro Paese, sicuramente non mancano, anzi sembra siano già allo studio della questione. Tuttavia, non è questo il punto focale della presente disamina; quel che più ci occupa e preoccupa è l´influenza che esercitano i poteri forti europei sulla linea politica italiana.

Ieri, il commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinge così ha minacciato gli italiani: "I mercati vi insegneranno a votare".

Naturalmente, forte la reazione di Salvini: "Io non ho paura" e della Meloni: " Spazzeremo via chi vuole l'Italia in ginocchio".

È la situazione di sempre; o si sta in linea con i dettati di Bruxelles o veniamo maltrattati e minacciati.

Non siamo partigiani degli europeisti, che difendono l´osservanza cieca, pronta e assoluta delle direttive di Bruxelles, né degli antieuropeisti, che vogliono un´Italia fuori dall´Euro e dall´Unione, siamo per un´Italia libera di decidere il proprio destino, la propria forma di governo, sovrana nel proprio territorio e immune dall’invadenza e dalle ingerenze indebite degli oligarchi di Bruxelles.

Del resto, i Paesi dell’Est Europa, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, hanno assestato un doppio “benservito” ai burocrati di Bruxelles, il primo con il netto rifiuto a ricevere le quote di migranti che la Commissione assegnava loro, il secondo con la dichiarazione di non avere intenzione né interesse ad aderire alla moneta unica europea e, ciò stante, non è avvenuto né il crollo dei loro mercati finanziari, né alcuna crisi di governo.

Strano, con noi è differente, forse perché facciamo più gola… e c´è ancora molto da spolpare!

Certi si è di un fatto: la dignità del cittadino italiano viene calpestata ogni giorno a causa della grave crisi economica e, tra l´altro, dell´assurda politica migratoria impostaci dai Trattati di Dublino, dal 1990 in poi. Gli impegni contratti a quei tempi, sull´accoglimento dei migranti (la questione interessava pochi barconi di migranti albanesi), oggi non reggono più, vanno riformulati, aggiornati e adattati per sopravvenuta eccessiva onerosità.

È questo che si chiede all´Europa e se né Bruxelles e né chi ci governa lo capisce, la conseguenza è automatica; il popolo sovrano, che dispone dell´arma del voto, si sceglie una nuova classe politica. Ed è ciò che è avvenuto il 4 marzo!

Il popolo inglese, molto prima di noi, ha sentito” odore di bruciato” e, rigettando la politica europeistica praticata dal proprio governo, ha votato per il Brexit.

Auguriamoci che la recente lezione elettorale serva a far cambiare le regole e che la struttura europea non sia stata architettata in modo tale da ingabbiare e plagiare le personalità individuali dei governanti dei Paesi membri, perchè se così fosse, l ´Europa ci avrebbe ingannato per ben due volte; con l´adozione dell´euro (conversione lira-euro) e, attenendoci all´argomento in questione, con i trattati di Dublino. Beh, che fare? In quest´ultimo caso, varrebbe la pena riportarci alla citazione del testo cult dello scrittore sloveno Ivan Cankar, autore del romanzo Il servo Jernej e il suo diritto : “Narod si bo sodbo pisal sam”, ovvero: “Il popolo si farà giustizia da solo”.
di redazione