Il rispetto è sicuramente uno dei “valori della vita” ed è bene avere rispetto per il ruolo che un determinato personaggio ricopre. Tuttavia, essere rispettosi non vuol dire che non si possa esercitare il diritto di esprimere liberamente le proprie idee ed opinioni sia sul personaggio che sul modo in cui questi svolge il proprio ruolo.

Su "Amoris Laetitia" più confusione che persuasione... anzi, si rischia l´eresia!

In altre parole, i firmatari del documento di critica (un gruppo di 45 teologi, filosofi e pastori di anime di diverse nazionalità), che, giorni addietro, è stato consegnato, secondo quanto rivelato dal giornalista Edward Pentin – corrispondente del National Catholic Register - al Cardinale Angelo Sodano, Decano del Sacro Collegio, sostengono che alcune proposizioni in esso contenute possono essere interpretate come eretiche già da una semplice lettura del testo.

Il documento di censura dell’Esortazione Apostolica post-sinodale, Amoris laetitia, dovrá pervenire nel prossimo mese agli oltre 200 Cardinali e ai Patriarchi delle Chiese Orientali, affinchè esortino il Papa a ritirare almeno 19 passaggi dell’esortazione che sarebbero in contrasto con le dottrine cattoliche in esso rilevati.

Pur senza voler fare complicate dissertazioni teologiche, per meglio comprendere la “Amoris Laetitia” con tutte le contraddizioni in essa contenute, bisogna partire da un punto fermo e, perciò, incontestabile. Il Vangelo è stato predicato da Gesù e, dopo la sua morte, diffuso dai suoi discepoli. Sono, questi, dati incontrovertibili, anche per gli agnostici, perché sono fatti storici.

Da ciò discende la dottrina che è la perpetuazione della parola di Cristo “verbo caro factum est et habitavit in nobis”.

Le nostre generazioni hanno avuto la fortuna di affinare le preferenze e dispensare gli apprezzamenti che ogni Pontefice, per le caratteristiche del suo pontificato anche rapportato al momento storico, si è meritato.

Quindi, restando alla metà del secolo appena scorso, dallo ieratico Papa Pacelli (Pio XII) al teologo Ratzinger (Benedetto XVI), passando per Pontefici, veri pastori del gregge di Dio, quali Papa Roncalli, Montini, Luciani, Karol Wojtyla, tutti hanno mantenuto la Chiesa nell’ambito delle sue istituzioni, cui furono apportati solo degli aggiustamenti dovuti al mutare dei tempi, ma senza snaturarne l´essenza o intaccare le colonne su cui si poggia la fede.

Non sembra seguire questa strada Papa Francesco, il quale si sente autorizzato a prendere decisioni importanti, tanto da modificare i cardini della dottrina, senza dare ascolto al popolo della Chiesa, che deve limitarsi solo a prenderne atto.

Ad esempio:

I vescovi kazaki, Tomash Peta, Jan Pawel Lenga, Athanasius Schneider sostengono, nel documento di critica, l'indissolubilità del matrimonio e la contrarietà all'accesso ai sacramenti da parte dei divorziati passati a nuove nozze.

Qualsiasi disposizione contraria a detti principi dovrà essere considerata come una disciplina aliena rispetto a tutta la Tradizione della fede cattolica e apostolica e più precisamente si legge: ”Non è lecito (non licet) giustificare, approvare o legittimare, né direttamente, né indirettamente il divorzio e una relazione sessuale stabile non coniugale tramite la disciplina sacramentale dell’ammissione dei cosiddetti "divorziati risposati" alla Santa Comunione...”.

Crisi di fede, anarchia dottrinale, scontro di pensieri? Per alcuni il Concilio Vaticano II è troppo innovativo sino ad allontanarsi dalla corretta dottrina; per altri lo è troppo poco, ed è rimasto legato a un passato ormai superato. Certo che, se facciamo nostra l´affermazione di Sant’Ireneo di Lione: «tutti professano le stesse cose, ma non tutti le intendono alla stessa maniera”», si deduce che qualcuno dovrà pure ricondurre le varie correnti di pensiero all´unità cattolica. E questo qualcuno è, naturalmente, il Papa, il Maestro della Fede, ma se questi, invece di unire, crea confusione, dubbi e dissensi, dovrà pure essere messo in guardia dai propri vescovi o, persino, da noi, fedeli, perché la Chiesa non può praticare cambiamenti, ovvero cambiare la fede e, nello stesso tempo, chiedere ai credenti di rimanere fedeli ad essa.

Ciò posto, si traggono le seguenti conclusioni: secondo i tradizionalisti, il Papa può opinare, come “eminenza” privata, su materie discutibili, ma non su quelle già definite dalla Chiesa, e, nemmeno come “eminenza” privata, può fare affermazioni devianti dalla Tradizione o proclamare con autorità la propria scelta solo di una parte della dottrina "ortodossa", rimanendo in disaccordo su altre parti. In questo ultimo caso, si rischia l´eresia.

Una cosa è, però, rimanere nel campo della dottrina cattolica, in cui Il Santo Padre, da supremo interprete del Concilio, riveste l´autorevolezza dottrinale di Maestro della Fede e sommo Pastore della Chiesa su questa terra, altra è sconfinare nel brutto affare della politica.

È d´obbligo, all´uopo, ricordare che la conquista di Roma segna la fine del potere temporale del Papato e che la separazione tra Stato e Chiesa rappresenta la fine dell´alleanza trono-altare, per cui, oggi, non licet al Papa fare politica, influenzare la politica di governo e opinare sul modo di gestire la res publica tanto quanto non gli è lecito, per come dicevamo prima, fare affermazioni devianti dalla Tradizione.

V´è di più, a quel che consta, l´attività politica di Papa Francesco non viene accettata neanche dagli intellettuali cattolici, da molti vescovi conservatori e dai suoi concittadini, gli Argentini.

Marcello Pera, ex presidente del Senato, ad esempio, fa un attacco durissimo a Papa Francesco in relazione al tema dell´accoglienza totale dei migranti.

L´ ossessiva esortazione all’accoglienza impedisce, in realtà, a Papa Francesco di considerare seriamente le pretese religiose, devianti e a noi estranee, degli accolti nella nostra terra, quali la eliminazione del crocefisso dagli uffici pubblici e dalle scuole, la eliminazione del presepe, del pino natalizio e altre assurde pretese che, se fossero provenute a parti invertite, avrebbero provocato l’ira funesta del feroce Saladino. Al contrario, il Santo Padre, a fronte di un forte impegno politico a sostegno dell’accoglienza, trova solo poche parole per la chiesa copta e i massacri dei suoi fedeli, pur essendo essa una chiesa separata da quella ortodossa e, in comunione con quella di Roma. Se poi diamo uno sguardo alle statistiche mondiali, rileviamo i seguenti dati: duemila detenuti senza processo, 1.252 persone rapite, oltre mille stuprate, 33.255 vittime di abusi fisici o psicologici, 1.240 costrette a sposarsi con la forza. Questi sono solo alcuni dei numeri incredibili, relativi alla persecuzione anti-cristiana nel mondo e contenuti nel rapporto annuale World Watch List 2018, stilato dall´ associazione internazionale Porte Aperte – Onlus, che dal 1955 si occupa di sostenere i cristiani perseguitati -.

In sostanza, sarà che oltre 215 milioni di cristiani oppressi in ragione della loro fede, secondo il rapporto che fa riferimento al periodo che va da novembre del 2016 alla fine di ottobre del 2017, non meritano la stessa misericordia dei “nostri” migranti?

Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non hanno creato problemi in nessuna fase del loro pontificato, tutt´altro, hanno salvato magistralmente la Chiesa da uno scisma dovuto alle “discutibili” innovazioni del Concilio Vaticano II.

Bergoglio, invece, ci preoccupa, ci stupisce proprio: sta spingendo l´Italia e gli altri Paesi europei a stravolgere se stessi; sta permettendo, col suo buonismo, la morte della nostra cultura, delle nostre tradizioni, della nostra società, così come l´abbiamo ereditata e conosciuta da secoli. Non esistono motivazioni logiche o evangeliche a gustificazione della politica papale, che arriva talvolta all´assurdo di rasentare le comuni attività sindacali; il diritto dell´uomo sembra essere oramai l´obiettivo di Papa Bergoglio, mentre il diritto di Dio e della Tradizione passano in secondo ordine.

V´è di più, l´autoritarismo papale accresce ulteriormente la nostra preoccupazione; alla fine di giugno, Papa Francesco, secondo quanto riferisce Damian Thompson sullo Spectator, ha rimosso, senza preavviso e spiegazioni ed in barba alla tradizione di rinnovamento quinquennale del mandato, il cardinale Gerhard Ludwig Müller dalla sua carica di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) - la carica più importante della chiesa cattolica dopo quella del Papa e che, per oltre vent'anni, è stata guidata da Joseph Ratzinger–. Al suo posto è stato investito l'attuale segretario della Congregazione, l'arcivescovo Luis Ladaria Ferrer, spagnolo, gesuita, all´epoca, nominato da Benedetto XVI.

Il tedesco, conservatore, spesso, è vero, si era dissociato dalla linea del Pontefice, ma negli ultimi mesi aveva provato a fare da mediatore fra il Papa e l'ala “critica” del collegio cardinalizio. In particolare, aveva cercato una “conciliazione” con i quattro cardinali firmatari dei "dubia", sopra menzionati. E, in virtù di questa sua attività, credeva in una riconferma nell´incarico, che invece non è proprio arrivata.

Stessa sorte hanno subito, mesi addietro, tre membri della Cdf altamente competenti.

Nonostante tanti cambiamenti, il partito bergogliano si starebbe sfaldando e la vicenda Vallejo-Chaouqui, del resto, ne avrebbe segnato l´inizio.

In cinque anni, purtroppo, Bergoglio non ha fatto quello che ha promesso e che tutti si aspettavano. Ha affrontato, è vero, il problema della macchina curiale e quello, spinoso, dell´economia, ma con azioni discutibili e risultati confusi, anzi, talvolta, piuttosto insoddisfacenti, e quello che pesa di più è che con le sue decisioni ha fatto sprofondare la Chiesa, per come sopra enunciato, nella confusione dottrinale, situazione che nuoce più di qualsiasi altro fallimento programmatico.

Per queste cose e per altre, esiste molto malcontento verso l´operato del Papa, tra i fedeli, i cattolici conservatori e il resto della Chiesa. Effetti incontrollati del Concilio Vaticano? Non solo, Bergoglio sarebbe stato addirittura classificato come non adatto a fare il vescovo. Questa, in breve, la tesi choc contenuta nel libro "Il Papa Dittatore" di Marcantonio Colonna. E se così fosse? All´immaginazione del lettore, la risposta e “buon pranzo a tutti”!

G & G ARNÒ

Ha collaborato Rosalba Ieraci Bio