La partita a scacchi con personaggi viventi

La magnifica Piazza degli Scacchi di Marostica ospita e fa rivivere, nel secondo week-end di settembre degli anni pari, la vicenda della figlia del Castellano di Marostica e dei due giovani Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara che si contendono la mano della bella Lionora”.

Siamo in anno impari e, non essendoci la manifestazione a Marostica, immaginiamo di trasferire metaforicamente il gioco, con altri personaggi, in Medio Oriente. Gli sfidanti sono l´esperto Putin e le infelici Amministrazioni USA ( Obama, prima, ora Trump), la scacchiera, la Siria.

La guerra in Siria volge al termine, la lunga partita giocata dagli USA, fiancheggiati degli Emirati Arabi, Giordania, Turchia ed Israele contro Putin, sostenitore di Bashar al-Assad, con appoggio Iraniano e di almeno 14 fazioni palestinesi, è stata vinta da quest´ultimo.

Possiamo dire, che ciò sia avvenuto con la fine, decisa da Trump, del propramma segreto, poi non tanto, di appoggio militare ai gruppi ribelli che lottano contro Assad.

Se la destituizione di quest´ultimo per negoziare la pace in Siria era sempre stata “conditio sine qua non” da parte degli USA ed alleati, oggi non lo è più e un accordo sarà adesso possibile per porre completamete fine alle ostilità, pur mantenendo Assad al potere.

L´Europa, senza testa propria, in questa triste avventura, va a traino della politica americana con tutte le conseguenze negative che ne derivano.

I Curdi, altra parte in causa, invece, occupano una posizione da outsider; lottano al fianco degli USA contro l´EI (Stato Islamico) e s´impegnano a non attaccare le forze di Assad.

I curdi siriani, in sostanza, hanno difeso eroicamente Kobane e sono tra i principali nemici dell'ISIS. Nel nord della Siria, essi hanno creato uno stato autonomo con un sistema politico radicale, chiamato “Rojava”, la versione abbreviata di “Rojava Kurdistan”, cioè “Kurdistan occidentale” che, nella pratica, è convenientemente tollerato dal governo di Assad. Di conseguenza, da questo complicato intreccio di forze, alleanze e compromessi, i curdi – tutto sommato – usciranno da questa lunga guerra siriana, anch´essi vincitori.

La Turchia, avrebbe voluto avere un ruolo di rispetto nella complessa “partita” siriana, ma - facendo un pericoloso doppio gioco - ha creato solo ulteriori problemi a sé e agli altri; rischiando uno scontro diretto con la Russia (abbattimento di un caccia russo da parte degli F-16 della Turchia) e dovendosela vedere con la rivolta interna dei militari.

La crisi siriana, ricordiamo, ha avuto inizio il 15 marzo 2011 con le prime dimostrazioni pubbliche contro il governo centrale, parte di un contesto più ampio, quello della primavera araba, per poi svilupparsi in sommosse su scala nazionale e quindi in una guerra civile, nel 2012.

“La partita” siriana, come dicevamo, ha oramai un vincitore riconosciuto, Putin, che, per come ha portato avanti l´íntervento russo, con esperienza, visione di insieme e mente lungimirante, ci ricorda Mercurio in “il gioco degli scacchi” (Scacchia ludus, in latino), poema in versi scritto da Marco Gerolamo Vida intorno al 1513. Si tratta di una mitica partita di scacchi disputata tra Apollo e Mercurio, con Giove arbitro. Il gioco è caratterizzato da mosse d'ingegno ma anche da trucchi e aiuti esterni ai contendenti, e si conclude con la vittoria di Mercurio in un finale di re e donna contro re che termina con lo scacco matto.

Ecco che Vladimir Putin, a questo punto, può essere soddisfatto per aver dato scacco matto alla coalizione occidentale. Dopo sei anni di guerra, infatti, per suo volere Assad rimane fermamente al potere, lo Stato islamico va allo sfascio e la guerra di Siria, che oramai non era più la guerra dei siriani, ma di un´accozzaglia di contendenti, che accettando aiuti e armi a dritta e a manca doveva obbedire agli interessi e alle manipolazioni esterne dei relativi ¨donatori”, volge al termine.

I Russi, per come si ricorderà, occuparono nel 1979 l´Afganistan e gli americani, sotto forma di “operazione segreta”, appoggiarono assieme al resto del mondo con armi, viveri e petrodollari sauditi, i gruppi ribelli. In conseguenza di ciò, dopo anni di disastrosa guerriglia, le truppe sovietiche ritornarono a casa con le ossa rotte. Gorbačëv diede, infatti, avvio a colloqui internazionali sotto l'egida dell'ONU per fissare il ritiro delle truppe sovietiche e il 14 aprile 1988 Afghanistan e Pakistan, con URSS e Stati Uniti come rispettivi garanti, firmarono gli accordi di Ginevra, stabilendo la non ingerenza e la non interferenza dei due Paesi nelle questioni del vicino e fissando dei termini generali per il ritorno dei profughi afghani alle loro case. È in questo contesto, vale la pena ricordarlo, che la CIA lasciò sulla piazza un pericoloso “agente segreto” di nome Osama bin Laden, la cui storia e fine sono a tutti note, almeno nella versione ufficiale dei fatti.

In Siria, si sarebbe dovuta ripetere, secondo gli intendimenti degli USA, almeno per quanto riguarda la supremazia della loro influenza su quella russa, la vicenda afgana, in edizione riveduta e corretta, ma come e da chi? La politica estera dell´amministrazione Obama è stata bocciata dagli stessi americani e dai fatti (vedansi Libia, conflitto tra palestinesi e israeliani, negoziati con l’Iran su nucleare, invasione” degli immigrati irregolari dai paesi del Centro America e le barbare atrocità delle forze dell ‘ISIS in Iraq). Obama ha fallito! Avrebbe potuto giocare la “partita” siriana con successo, ma ha ripetuto gli errori di strategia politica che da tempo si perpetuano; la Siria non è l´Afganistan e la Russia di Putin non è l´Unione Sovietica di Brežnev. Sono cambiati i tempi, le alleanze, i personaggi ed i protagonisti in scena.

Tra i pacifici cittadini siriani che nel 2011 si riversavano per le strade invocando maggiore libertà e legittime rivendicazioni sociali, si sono “intromessi” gli americani, che hanno “rubato”, per interessi propri, quella rivoluzione, causando morti, disgrazie, distruzioni, ondate di questionabili migrazioni di massa verso l´Europa (leggasi Italia) e lasciando alle prossime generazioni una penosa ed esecrabile eredità.

La conseguenza di tutto ciò non poteva essere differente: "SCACCO MATTO". Il re ha vinto, ha vinto il migliore (Putin) sull´obamismo perdente e su un Trump opportunamente conciliante.

G & G Arnò